Regia di Diego Bianchi vedi scheda film
Il mercato di Via Orvieto, posizionato a Roma nel quartiere San Giovanni, è a rischio chiusura per motivi non ben specificati. Gli operatori del mercato, un colorito gruppetto di personaggi che comprende figure popolari di ogni genere, dal romano verace all'immigrato ormai perfettamente integrato, non ci stanno e si rivolgono ai membri di una vicina sezione del PD, i quali poco prima si erano recati nel mercato stesso per una raccolta di firme contro il governo di Berlusconi, con alterne fortune. Il film è ambientato nell'estate del 2011, in piena "era berlusconiana". Il potere locale è detenuto da Alemanno, e sotto la "cupola" della destra agiscono indisturbate figure che noi sappiamo essere state successivamente coinvolte nelle vicende giudiziarie note come "Mafia Capitale", i cui nomi, benchè alterati, sono riconducibili a quelli di Tredicine e Gramazio, personaggi ben noti in quell'area della città di Roma. Vediamo contrapporsi a queste forze, un'opposizione fragile, rappresentata da un PD la cui anima è sfilacciata tra la nostalgia per un periodo "eroico" di lotte ormai tramontato e l'assenza di prospettive per il futuro. In questa storia, tutti i personaggi sono più o meno classificati come di destra o di sinistra, pro o contro Berlusconi, fasci e zecche; ma si tratta di semplici etichette prive di legame con la realtà che li circonda, con la lotta che si combatte, che vede per l'ennesima volta gente comune dover difendere quel poco che ha dalle ingerenze del potere, qui rappresentato da una politica incapace di dare risposte concrete e da una cieca burocrazia. Apprezzabili gli attori; in particolare, Francesco Acquaroli e Stefano Altieri, il "dominatore" della seconda parte del film. Interpretano dei personaggi un po' stereotipati - espressione di una romanità forse troppo verace per essere genuina - ma simpatici. L'intero film è girato tra un mercato e gli interni di una sede del PD ubicata nei pressi; ciò è in linea con la storia. Non ho apprezzato la presenza di dialoghi molto lunghi; a volte gli attori sembrano su un palcoscenico teatrale, non su set cinematografici. Le premesse della vicenda sono realistiche, la conclusione un po' meno; l'ipotesi dell'occupazione della sede di un partito è concreta, la blanda risposta delle autorità molto meno. Comunque, un filmetto simpatico da vedere, in particolare per i residenti del quartiere San Giovanni di Roma, che possono riconoscere luoghi a loro ben noti. Ricostruisce con realismo la sciatteria politica di quel particolare momento storico.
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