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Terminator 2 - Il giorno del giudizio

Regia di James Cameron vedi scheda film

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La recensione su Terminator 2 - Il giorno del giudizio

di Antisistema
8 stelle

Per coloro che credono ancora nel blockbuster di matrice Hollywoodiana, James Cameron a livello di continuità artistica e monetaria, tutt'ora ne è il maggior interprete mondiale seppur abbia una filmografia molto esigua quanto diluita nel tempo, simbolo comunque di regista che decide di girare una pellicola solo quando ha un'urgenza espressiva e non per il bisogno di raccattare quanti più soldi possibili, seppur bisogna ammettere come ogni sua nuova opera sia in tutto e per tutto un mega-evento capace di portare al cinema legioni di spettatori, che forse mettono piede in sala si e no una volta l'anno. 
Terminator (1984) fu un B-movie miracolato, il suo successo aprì le porte dell'industria di Hollywood a Cameron, il quale sfruttò i cospicui budget fornitagli per rinnovare la fantascienze ed al contempo sperimentare con gli effetti speciali, perno portante del suo cinema ed oggetto della propria sperimentazione artistica, nel mainstream certo, ma l'innovazione che apporta in tale settore ad ogni uscita delle proprie opere, ne fanno il massimo interprete mondiale in tale settore, contribuendo a portare l'asticella dell'impossibile sempre più in alto, contribuendo allo sviluppo e alla crescita tecnica dell'industira di Hollywood, i cui registi però finiscono sempre per banalizzare le intuizioni ed i concetti visivi di Cameron, che ha sempre usato l'effetto speciale per raccontare la storia e non come elemento per fare una grancassa rumorosa con cui stordire lo spettatore, nascondendo in modo goffo il vuoto pneumatico dietro trali produzioni. 
Passati 7 anni dal capostipite oramai diventato un cult in tutto il mondo e complice i grandi successi di Aliens - Scontro FInale (1986) e The Abyss (1989), Cameron ottiene carta bianca per girare il sequel del suo primo successo; nasce così Terminator 2 - Il Giorno del Giudizio (1991), pellicola con il budget più elevato di sempre di oltre 90 milioni, di cui 15 per pagare la super star Arnold Schwarzenegger ed il resto per gli innovativi quanto sperimentali ed iper-costosi effetti speciali, soprattutto nell''avveniristica CGI del T-1000 (Robert Patrick), un Terminator composto di metallo liquido e capace di assumere la forma di ogni essere vivente di cui venga in contatto, la cui inarrestabilità deriva dal fatto di non avere alcun punto debole data la capacità di riparare all'istante ogni danno subito data la propria struttura liquida. 
A fare da contraltare c'è il vecchio T-800 (Arnold Schwarzenegger), cyborg catturato dalla resistenza capitanata dal John Connor del futuro, riprogrammato e mandato dal leader nel 1995, per proteggere il giovane sè stesso dal passato, dalla minaccia del T-1000 inviato indietro nel tempo da Skynett per ovviare al fallimento occorso nel 1984 nell'uccidere Sarah Connor (la madre di John), cercando così di cancellare l'esistenza di John dal corso del tempo, in modo da non essere sconfitta nel futuro per vie degli insegnamenti e le tattiche anti-macchine insegnatagli dall'uomo agli esseri umani sopravvissuti. 

 

Linda Hamilton

Terminator 2 - Il giorno del giudizio (1991): Linda Hamilton


Cameron prende il primo Terminator e ne ribalta l'assunto, stavolta il T-800 da nemico diviene alleato e vero e proprio angelo custode per John Connor, contro la minaccia di un altro cyborg, il T-1000, la cui struttura fisica longilinea modellata sulle fattezza di Robert Patrick, rispetto a quella robusta ed enorme di Schwarzenegger, ne fornisce una fisionomia più elegante ma al contempo più algida e freddamente letale, per questo ancora più temibile, data anche la capacità di tale macchina nel modellare la sua fisionomia e l'abilità nel creare armi come lame, con Cameron si sbizzarrisce in molti modi nell'arte dell'uccidere (la sottilissima lama piantata nell'occhio in primis). 
Il regista sperimenta tramite i poteri del metallo liquido del T-1000, le possibilità offertagli dalla CGi, esplorando nuovi territori e trovando il giusto pretesto narrativo per adoperare in modo legittimo quanto estensivo gli innovativi effetti speciali, fondendo inoltre la mostruosità liquida del T-1000 con lo sviluppo della tecnologia sfrenato senza alcuna imposizione etica; la scienza senza alcun controllo crea incubi artificiali che finiscono con il divorare sè stessa perdendone il controllo. 
Alle carenze morali ed etiche dell'essere maschile, Sarah Connor (Linda Hamilton) è costretta a porre rimedio come la Ellen Ripley di Aliens; succube di una società maschile e patriarcale, che l'ha confinata in un istituto psichiatrico credendola pazza per via delle sue invettive sull'imminente fine del mondo, la donna è costretta a negare la propria femminilità per divenire un essere mascolino, come necessario adattamento alla situazione senza via d'uscita creatasi, l'istinto materno protettivo porta l'essere femminile ad un'evoluzione forzata di sè stessa per porre rimedio al maschilismo fallimentare insito nella società; scordatevi l'umile ed indifesa Sarah Connor del primo Terminator, qui la donna dato il suo compito di "leggenda" che ha dovuto crescere ed insegnare tutte le tattiche militari al giovane John Connor, ha lasciato spazio ad una figura risoluta, decisa, diffidente, misantropa e fisicamente in forma, ma tutto questo non può cancellare il suo istinto biologico originario, da qui i continui conflitti psicologici che l'attanagliano per aver dovuto forzatamente negare la sè stessa femminile, conclitto che prende forma nel frequente quanto terrificante incubo sul giorno del giudizio, dove Sarah è impossibilitata a salvare la vita dell'umanità assistendo impotente allo scoppio di una testata nucleare con le terrificanti conseguenze che provoca, con tanto di scioglimento delle proprie carni finendo arsa viva dal calore insopportabile; tramite un'immagine Cameron ci fa vivere da "dentro" un bombardamento nucleare con i suoi effetti, si pensa alla guerra fredda tra superpotenze, ma si leggono facilmente Hiroshima e Nagasaki, poichè le descrizioni dei sopravvissuti combaciano alla perfezione con quei pochi secondi mostrataci dal regista, che sfrutta l'effetto speciale in funzione di una costante ricerca di un'avanguardia visiva originale per quanto terrificante nei suoi effetti, da far schierare decisamente lo spettatore e Sarah per un mondo de-nuclearizzato e senza armi di sitruzione di massa, perchè basta un solo errore (o la follia da parte di uno nella gestione dell'arsenale bellico) per arrivare all'autodistruzione di tutti. 

 

Robert Patrick

Terminator 2 - Il giorno del giudizio (1991): Robert Patrick


Lavoro sulla figura femminile a parte, James Cameron prosegue anche con l'altro fulcro poetico della propria ricerca; la connessione tra uomo e macchina. Lo sviluppo dell'interazione abbandona quasi totalmente gli scenari orrorifici misti al thriller da incubo presenti nel primo Terminator, così come la soffocante claustrofobia data anche dalle tonalità rosso accese della fotografia, per un'estetica più aggiornata al tono degli effetti visivi adoperati oltre al mutato contesto, dove il Terminator è illuminato da luci celesti, per sottolineare la sua nuova figura di protettore di John e mano a mano di nuova ed effettiva figura paterna per il ragazzo, che non ne ha mai avuta alcuna. Il Terminator del film originale era una figura spietata, inarrestabile e monolitica, qui invece data anche la riprogrammazione imposta dalla resistenza del futuro, il T-800 conosce una nuova evoluzione, sfruttando appieno le caratteristiche di rete neurale del proprio chip, umanizzandosi mano a mano con la presenza costante affianco degli esseri umani, mantenendo al contempo la propria aura di letalità che Cameron ben si guarda dal far venir meno. 
Il concetto di rete neurale fa del Terminator un bambino che sviluppa sempre più funzioni, dapprima goffo e impostato innanzi ai gesti e alle reazioni umane di John e di Sarah, la macchina si libera sempre più dalle rigidità originarie, per evolvere la meccanicità imposta dalla propria struttura arrivando a comportarsi sempre più come un normale essere umano, mai in un blockbuster ci fu una battuta più azzeccata quanto inserita con i giusti tempi nella narrazione dell' "Hasta la vista babe" pronunciata di sorpresa ed ironia spaccona dal T-800 nei confronti del T-1000 nei momenti concitati del finale del terzo atto, qui il processo di umanizzazione della macchina raggiunge il suo zenit, oltre è impossibilitato ad andare per caratteristiche insuperabili legati alla propria struttura cibernetica e non organica; il T-800 può replicare e fare propri alcune caratteristiche umane, può addirittura giungere a comprendere il perchè sottaciuto dietro i complessi meccanismi neurologici delle funzioni umane, ma non potrà per propria natura mai provare le complesse emozioni umane, questo resta per lui il territorio precluso in quanto macchina fatta di circuiti, batterie e processori, ma in realtà in quanto essere creato e non generato, però le riflessioni sulla reciproca influenza tra uomo e macchina restano le più avanzate e profonde di tutti gli anni 90', dietro solo a Ghost in the Shell di Mamoru Oshii (1995). 
Più incline all'azione che al thriller da incubo della prima pellicola, Terminator 2 - Il Giorno del Giudizio soffre in effetti di una certa bulimia action che andava diluita ed accorciata, se lo scontro finale nella fonderia è carico di phatos e l'iniziale scontro tra il T-800 sulla moto e il T-1000 nel camion, si chiude con il presagio sinistro della ruota infuocata che rotola (leitmotiv della pellicola sul tema del destino futuro), nella restante parte di film abbiamo un eccessivo uso autoindulgente dell'azione, la quale risulta troppo allungata e fine a sè stessa, visto che seppur ottimamente messa in scena e girata bene, risulta ripetitiva ed inconcludente, visto che i numerosi colpi di fucile non scalfiscono minimamente il Terminator nemico, che subito ripara i danni. Esigenze di spettacolarizzazione e di intrattenimento, dato il budget enorme e le necessarie esigenze produttive tenute in considerazione da Cameron, precludono una pellicola all'altezza del primo film che a tutt'oggi rimane l'apice di tutta la carriera del regista, dove egli bilanciava i suoi interessi per gli effetti speciali con l'originalità narrativa capace di creare un capolavoro, che il secondo film non riesce ad eguagliare dati i compromessi sotto il profilo della spettacolarità e del gigantismo. Da un B-movie siamo passati ad un blockbuster, il migliore degli anni 90' ed il più efficace  (almeno sino alla rivoluzione Peter Jackson e sopratttutto Christopher Nolan), avvalendosi dello starpower di un Arnold Schwarzenegger, attore mediocre ma capace di scegliere pellicole adatte alla sua fisicità, all'apice della fama e della sintonia con il pubblico dell'epoca, che contribuirà a far incassare all'opera oltre mezzo miliardo ai botteghini, chiudendo la storia con un finale anti-determinista, donando in tal modo una speranza al ciclo dell'ineluttabilità del futuro come evento segnato mettendo il destino nelle mani esclusive dell'essere uomano, giundendo così ad con una conclusione pienamente appagante tramite la quale Cameron mette fine alla saga. Purtroppo i miopi produttori visto il grande successoo ai botteghini, decideranno di proseguire con Terminator 3 - Le Macchine Ribelli (2003), poco più di uno spottone per un declinante Arnold Schwarzenegger, che lo sfruttò come propaganda elettorale per il ruolo di governatore della California, ma con zero anima, perciò fermatevi tutti qui con la stupenda inquadratura finale delle strisce stradali che fanno molto David Lynch tra l'altro e lasciate perdere i seguiti.

 

Arnold Schwarzenegger, Edward Furlong

Terminator 2 - Il giorno del giudizio (1991): Arnold Schwarzenegger, Edward Furlong

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