Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film
Gianni (Di Gregorio) è a un passo dalla pensione ma proprio quando sta per arrivare alla meta gli viene comunicato non solo che deve prolungare l'attività per altri tre anni (grazie, Fornero!), ma anche che dal centralissimo ufficio pubblico romano dove è impiegato deve trasferirsi oltre il Raccordo Anulare. Stufo dei soprusi dei superiori, dei colleghi, dei figli parassiti e della moglie, per non rimetterci le arterie Gianni decide che è ora di reagire, invitando il collega Marco (Marzocca) a fare altrettanto.
Alla sua terza commedia da regista dopo i riusciti Pranzo di ferragosto e Gianni e le donne, Gianni Di Gregorio conserva intatta la sua poetica intimista e garbata, venata da un registro surreale che deve moltissimo alla lezione di Jacques Tati, facendone un personaggio mite e lunare. Ma stavolta lo spunto della sua favola urbana è flebile, le situazioni comiche telefonate e lo stereotipo dell'impiegato statale scansafatiche eccessivamente calcato.
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