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Terminator

Regia di James Cameron vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su Terminator

di George Smiley
10 stelle

Anno 2029: le macchine, guidate dal super-computer Skynet, hanno preso il controllo, l'umanità rischia di scomparire per sempre e i superstiti vivono nascosti e, guidati dal carismatico John Connor, organizzano una resistenza nella speranza di rovesciare la situazione. Di sfondo, una Terra devastata dalle esplosioni atomiche e percorsa da giganteschi macchinari metallici in cerca di esseri umani da sterminare...

Anno 1984: a seguito di un viaggio nel tempo, due differenti individui provenienti dal futuro approdano nella nostra epoca: il Terminator (Arnold Schwarzenegger), un cyborg programmato per eliminare (terminare) una studentessa universitaria di nome Sarah Connor (Linda Hamilton) e cambiare il futuro a vantaggio di Skynet, e Kyle Reese (Michael Biehn), giovane soldato della resistenza con la missione di proteggere la ragazza dall'inarrestabile robot. La sua unica colpa: essere la futura madre di John Connor. Resta da vedere chi la troverà per primo...

Avevo circa 7 o 8 anni quando mio padre noleggiò il VHS di Terminator e, nonostante il parere contrario di mia madre (per lei un film troppo violento da far vedere a un ragazzino), lo vidi insieme a lui: non avevo mai visto niente di simile e ne rimasi affascinato a tal punto che, nonostante non lo avessi mai più rivisto da allora, ne ho tutt'ora un vivo ricordo. Ebbene sì, sembra incredibile ma, per un motivo o per l'altro, non ero più riuscito a gustarmelo per intero. Stasera finalmente, 11 anni dopo, l'ho rivisto nuovamente in compagnia di mio padre, e come allora è stata un'esperienza unica: come da bambino, sono di nuovo rimasto straniato dall'oscura visione del futuro presentataci da James Cameron nelle sequenze iniziali e nei flashback di Kyle Reese, come allora mi ha colpito il carisma e l'inarrestabile determinazione del malvagio cyborg, come tanti anni fa non ho potuto fare a meno di sentire una stretta al cuore alla vista di Linda Hamilton, così lontana dai canoni tipici di Hollywood eppure così bella, con i suoi occhi spaventati e incerti ma coraggiosi e decisi nel momento di maggiore difficoltà, come allora ho goduto quando quell'odioso manichino metallico è rimasto schiacciato nella pressa, come un bambino mi sono rattristato di fronte al corpo senza vita del generoso Kyle Reese e ho sentito una speranza nascermi nel cuore di fronte a Sarah Connor che a testa alta viaggia verso l'orizzonte noncurante della tempesta in arrivo. Terminator è un film che mi ha colpito profondamente, proprio come Alien, Blade Runner e La Cosa, e che ha decretato la mia passione per la fantascienza, quindi, nonostante Cameron non sia esattamente tra i miei registi preferiti, non posso far altro che ringraziarlo e fare tanto di cappello di fronte a un capolavoro del genere. Per certi versi profetico, Terminator è uno dei simboli del cinema anni '80, e, nonostante gli effetti speciali siano ormai sorpassati, non sembra essere invecchiato, segno che il buon cinema non ha età. Oscuro, notturno, violento, aggressivo, potente: sono solo alcuni degli aggettivi che lo contraddistinguono. La trama, ormai arcinota, è quanto di più fantascientifico e cyberpunk ci si possa attendere, l'idea di ambientare il lungometraggio su due linee temporali diverse, l'adesso e il domani (mostrato nel prologo e nei ricordi di Kyle Reese) è azzeccata, il cast è scelto ottimamente e l'inespressività di Schwarzenegger gioca qui a suo favore, gli effetti speciali, squisitamente artigianali, sono ben realizzati e la sceneggiatura dà spessore ai personaggi e gli fa più volte recitare delle battute e dei dialoghi indimenticabili ("Vieni con me se vuoi vivere!", "Nessuno torna... Nessuno ritorna a casa. E nessun altro verrà qui. Siamo solo lui e me.", "Aspetto fuori.", "Ho attraversato il tempo per te, Sarah.", "Sei tu terminato, bastardo!"). La regia di Cameron è perfetta, il montaggio è serrato e la colonna sonora di Brad Fiedel è ormai entrata nell'immaginario comune. Non a torto, il film fa leva sulla paura crescente dell'uomo moderno delle armi nucleari (un tema ricorrente della Guerra Fredda) e di creare macchine talmente evolute da diventare più potenti di lui e dominarlo, un pericolo a maggior ragione reale in quanto la nostra vita dipende sempre più da esse e siamo connessi gli uni con gli altri con vincoli informatici sempre più forti, i quali sembrano destinati a renderci controllabili e, di conseguenza, facilmente eliminabili. Il tema del viaggio a ritroso nel tempo è un classico della fantascienza e sottolinea la nostra battaglia quotidiana contro un destino che sembra già scritto e la possibilità di cambiare il futuro in prima persona. Di fondamentale importanza è infine la figura del cyborg, killer perfetto e privo di punti deboli, intelligenza artificiale che sembra aver appreso dagli esseri umani soltanto l'istinto di morte e distruzione, ignorando qualsiasi possibilità creazionista, macchina fredda e calcolatrice, impassibile nell'eseguire i compiti che le sono stati assegnati e con cui è impossibile scendere a patti, inarrestabile mietitrice di vita e portatrice di devastazione che funge da monito a noi quali potremmo diventare. Ma per fortuna ci sono ancora Sarah e Kyle a tenere acceso un barlume di umanità in questo mondo allo sfascio, nella speranza che anche le macchine abbiano qualche difetto. In fondo, se i loro creatori siamo noi, non saranno poi così perfette...

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