Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
De Sica è già affermato come attore (e ha in effetti tutte le carte in regola), ma come regista è ancora agli esordi; questo è il suo secondo lavoro da solo dietro la macchina da presa e mette mano anche in sceneggiatura. La storia, pur pendendo dal versante della commedia sentimentale, soffre di quel gusto per il patetico ed il melodrammatico che contraddistingue la produzione del grande cineasta: in fondo si tratta di una storia d'amore, ci sono momenti leggeri come equivoci e scambi di persona (oppure come il personaggio del maggiordomo), ma rimane ben fermo l'intento di descrivere le differenze sociali di quell'Italia e la triste se non disperata condizione in cui vivevano le ragazze nell'orfanotrofio. Ad ogni modo siamo di fronte ad un De Sica senza dubbio minore, non per questo privo di una qualche grazia, ma che, se non ha lasciato un segno come tante altre sue opere, un motivo c'è.
Un giovane e piacente medico lavora in un orfanotrofio femminile; inseguito dai creditori, lo svogliato rubacuori finisce per fare innamorare di sè anche una ragazza ospite dell'orfanotrofio, Teresa Venerdì. L'amore lo riporterà a rigare dritto.
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