Regia di Giulio Petroni vedi scheda film
Western discreto e con un Milian protagonista in gran forma, più ovviamente la particina per Welles a nobilitare l'operazione, ciliegina sulla torta. Curioso come un film del '68 affossi tanto gli ideali rivoluzionari così in voga in quel periodo, descrivendo impietosamente Tepepa come un poveraccio brutale, ignorante, presuntuoso ed assetato di sangue e violenza anche senza ragione alcuna (sì, c'è l'ideale della terra ai contadini, ma ci sono anche lo stupro ed il massacro praticamente gratuiti, l'arroganza insensata contro il potere, un'alterigia da supereroe che non dona simpatia alla figura di Tepepa). Sparatorie, cavalli che si imbizzarriscono nel deserto, stracci sporchi, baffoni, sombreri e carrozze: tutto sotto controllo.
Tepepa è un sanguinario bandito messicano, avverso al potere; il generale Cascorro lo cattura e lo fa fucilare. Un medico però salva Tepepa all'ultimo momento. Ma il vero motivo per cui l'ha fatto è che vuole ucciderlo con le sue stesse mani: Tepepa tempo prima aveva fatto una strage in casa della sua ragazza, violentandola pure. Ma la vendetta non si compie, almeno non subito.
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