FESTIVAL DEL FILM DI LOCARNO 2014 - CONCORSO CINEASTI DEL PRESENTE
LA CREAZIONE DI SIGNIFICATO è il secondo lungometraggio di Simone Rapisarda Casanova, giustamente premiato nella sua categoria come miglior regista emergente, circostanza meritata e di cui a diamo fieri, sperando che ciò possa aiutarlo nel rendere maggiormente visibile in sala l'opera: una docu-fiction ambientata ai giorni nostri sulle Alpi Apuane, nelle terre coltivate ed abitate lungo tutta una vita da Pacifico, un contadino ed allevatore che vive ormai come un eremita a stretto contatto con la natura, quasi completamente indipendente grazie alle fatiche del lavoro e ai risultati prodotti dalla coltura della terra e dall'allevamento di poco bestiame.
Un vecchio neanche tanto vecchio anagraficamente, energico e scattante, infaticabile e schietto, convinto, nella semplicita' testarda che lo rende autentico e genuino come pochi ormai, che per poterci salvare da questo degrado economico e di valori, sia indispensabile adoperarsi per un ritorno alle origini: alla terra, a produrre qualcosa di concreto, allontanandoci dal fumo di questi decenni consacrati ad un progresso fasullo e fatuo. Un documentario che presenta la sceneggiatura dei dialoghi della vita di tutti i giorni, del contatto tra due culture, due nazioni (la Germania potente che si pone delle domande sotto forma di un giovane padre affascinato dalla vita "libera" e quasi trasgressiva del nostro paese, ad anteporsi alla inflessibile osservanza delle regole che premia, ma anche limita il popolo tedesco. La fascinazione del commettere il peccato, di una Italia che piange da sempre, da quando chi la abita ha capito che chi non "piange non puppa", come cita Pacifico).
E il bel film di Rapisarda contrappone la volgarità della politica urlata, che si fa forte di insulti ed improperi, con la naturalezza sfrontata e candida di un pollaio, di un volo di insetto, di un viso equino placido e brucante.
Rischiando in accostamenti arditi che tuttavia mai diventano tendenziosi o scolastici. Fino ad arrivare a domandarsi se sia davvero necessario creare questo significato, formulandolo come un concetto scolastico; oppure no, tornando semplicemente e candidamente alle origini, alla autenticita' dei gesti e delle azioni concrete.
Pacifico vive nei ricordi di bambino che non ha vissuto la guerra e le sue stragi sanguinose, se non nel ricordo della mamma che le ha trascorse sulla propria pelle; ma proprio per la genuinita' delle storie che gli sono state raccontare, egli riesce a farle rivivere come testimonianze ai giovani che vanno ad intervistarlo, al già citato padre tedesco con infante a cui egli vuole cedere la nuda proprieta' del suo "regno", rendendosi conto che ormai ha bisogno di pensare a mettersi in sicurezza per l'imminente vecchiaia dell'ultimo capitolo.
"La creazione di significato" vive della genuinita' della vita vera ed agreste che poco ancora si trova nei territori di montagna, e gioca ad un certo punto a contrappuntarsi con la finzione quasi ostentata di un film-nel-film che ripercorre episodi salienti della rivolta partigiana al nemico sanguinario in ritirata, e per questo micidiale piu' di una belva ferita.
La creazione di significato e' un film che avrebbe entusiasmato, appropriatamente e a ragion veduta, una rassegna come la Quinzaine des Realisateurs di Cannes, quella stessa dove trionfo' qualche anno fa il lodatissimo e non dimenticato "Le quattro stagioni", di uno straordinario Frammartino, nei confronti del quale questo riuscito documentario ha molte complicita' di stili e contenuti.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta