Regia di Gianfranco Pannone vedi scheda film
Il vulcano è una contraddizione. La sua sublime bellezza è inscindibile dal pericolo che ribolle costante, dalla potenza ingovernabile della natura, dall’ineludibile presenza della morte. Pannone, napoletano di nascita, trova nel Vesuvio un’adesione perfetta con l’umanità che brulica ai suoi piedi e su questa corrispondenza costruisce Sul vulcano, scovando storie di chi vive ostinatamente in prossimità dell’eruzione. Yole, una cantante neomelodica determinata a distanziarsi dal contesto criminale in cui è cresciuta; Maria, una donna che insieme al marito conduce un’azienda agricola in una villa pompeiana diroccata; Matteo, un artista che crea quadri con la lava polverizzata che sommerge le spiagge. Raccontano - con le testimonianze più brevi di altri personaggi - un’esistenza precaria e schizofrenica, esattamente come, suggerisce Pannone, lo spirito di Napoli, affrancato dalla cronaca e dallo stereotipo. Una metropoli di abbacinante splendore e incontestabile ricchezza culturale e storica che convive con la sensazione di catastrofe incombente esacerbata da esplosioni ripetute: la camorra, l’immondizia, il cemento, la disoccupazione, la povertà. E resiste, con il lavorìo congiunto di modernità e folklore, di cocciutaggine e fatalismo. Una lotta poetica, sottolineata dal materiale d’archivio e dalle letture di brani celebri (dall’inevitabile Leopardi a Kant, passando per Plinio il giovane e Giordano Bruno) affidate alle voci di grandi attori (non solo) partenopei.
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