FESTIVAL DEL FILM LOCARNO: CONCORSO INTERNAZIONALE
Opera prima del brasiliano Gabriel Mascaro, Ventos de Agosto affronta l'argomento della forza: della natura, ma anche dei sensi. La prima incontrollabile e violenta, la seconda cjhe sopisce solo col passare del tempo e dell'invecchiamento inesorabile.
La forza della natura, gli sconvolgimenti climatico-metereologici, la passione carnale della gioventù, la vecchiaia che porta rassegnazione, la morte che è distruzione e corrosione, sono elementi che il regista combina ed incastra, magari in modo bislacco e senza riuscire a governare con un senso compiuto o comprensibile la materia.
Ma l'erotismo dirompente, la natura che devasta e distrugge, il mare che si riprende ciò che l'uomo ha tentato di privargli, dissotterrando come in questo caso cadaveri di un cimitero improvvisato costruito troppo a ridosso del bagnasciuga, la vecchiaia umiliante di una nonna che si arrende al cedimento delle proprie forze, sono, almeno singolarmente, elementi che non si scordano tanto facilmente; come non si scorda il corpo sinuoso della protagonista Dandara De Morais, presente in sala assieme al regista. Nel film la giovane, giunta ad accudire la nonna anziana e paralitica nel suo ultimo capitolo di vita, si prodiga guidando un trattore per trasportare carichi di cocco e persone, alleva maiali e sperimenta sui poveretti le sue doti di tatuatrice; va a pesca col suo ragazzo e lo aspetta in barca prendendo il sole sotto una musica ritmata e a palla, facendo scorrere sulla propria pelle ambrata quantità abbondanti di Coca Cola ghiacciata.
La scoperta di cadaveri scheletriti in mare accende nel fidanzato il desiderio quasi morboso di restituire dignità a quelle anime, fermando e combattendo la furia delle acque e del vento nella stagione delle piogge. Ventos de agosto è interessante ma incompiuto, irrisolto, frammentario, più bello per singole inquadrature che nel suo risultato complessivo.
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