Regia di Paul Vecchiali vedi scheda film
FESTIVAL DEL FILM DI LOCARNO - CONCORSO INTERNAZIONALE
Paul Vecchiali torna a farsi vedere e figura come il regista più anziano del Concorso, Si proprio Vecchiali, canuto ddi pelo e di abito ma in forma smagliante: quello stesso di Once More che negli anni'80 fece molto parlare di sé, di unioni omosessuali, di aids. Originario corso, classe '30, Vecchiali rilegge l'opera di Dostoevskj trasportandola alla banale quotidianità dei giorni nostri (che gli fa risparmiare decisamente budget da capogiro per scenografie sontuose, bastandogli in questo modo il molo della cittadina marinara di Sainte Maxime, nel Var francese, subito dopo la Costa Azzurra, che il cineasta elegge a teatro della sua concitata vicenda passionale). “NUITS BLANCHES SUR LA JETéE” (ovvero Notti bianche sul molo) celebra l'incontro tra un solitario, timido ed ordinario insegnante elementare di nome Feodor ed una ragazza inquieta di nome Natasha, agitata perché sta cercando da quelle parti il proprio promesso sposo, uomo di mare che tuttavia non è più tornato da giorni rispetto a come avevano pattuito. Insospettita di essere vittima di un tranello o di un plagio crudele, la donna si lascia intenerire da quel timido ragazzo gentile e premuroso, accettando di rivederlo ogni sera in quel posto, ove comunque sarebbe tornata per cercare l'amato scomparso. A poco a poco tra i due estranei nasce dapprima l'affiatamento, poi la simpatia, complicità, poi l'amore, non fosse che sul più bello.... La storia la conoscerete e comunque è piuttosto prevedibile, ma ciò non è affatto un problema per il film, vitale e riuscito.
Vecchiali scarnifica il paesaggio a pochi muri di cemento (la jétée appunto) che tuttavia sono veri e non ricostruzioni teatrali. E' cinema puro come nel caso di Rohmer, reso quasi adrenalinico (parola grossa o provocatoria, mi rendo conto) dal clima di attesa/inganno che cova tra le banchine solitarie e il frusciare delle onde. Vecchiali celebra un suo gradito e riuscito ritorno dopo anni dedicati ad altro o a rappresentazioni per noi inaccessibili.Bravi ed affiatati gli esteticamente ordinari interpreti, tra cui menzionerei in particolare Astrid Adverbe nel ruolo di una trepidante Natasha ballerina.
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