FESTIVAL DEL FILM DI LOCARNO 2014 - CONCORSO INTERNAZIONALE
Bel film russo questo DURAK (The fool), ovvero "Il folle", premiato giustamente nella sezione Concorso Internazionale con il riconoscimento alla interpretazione del suo valido protagonista.
Durak infatti significa pazzo, ed è quello che alla fine penseranno in molti a proposito dello scrupoloso protagonista di questa drammatica vicenda: Dima è un giovane ed operoso idraulico di una piccola cittadina russa.
Quando una notte, dopo una ricorrente lite familiare in un palazzone fatiscente abitato da 800 anime, per lo più individui indigenti o con grosse difficoltà economiche, scoppia una tubatura dell'acqua, lesionando gravemente la struttura dell'immenso immbile, per l'uomo non c'e' alcun dubbio: il palazzo sta crollando e va evacuato.
Avverte tutto il consiglio comunale che, accertatosi dei danni e dei segni evidenti di un collasso imminente, si riunisce d'urgenza per verificare le possibilità di una evacuazione in pieno inverno, nel cuore della notte.
La tenace donna sindaco della cittadina (femmina emergica e matrioska sopra le righe ottimamnte interpretata da una attrice che non si dimentica facilmente per energia e spessore quasi pulp del disegnare il personaggio cinico e spietato di donna al potere, con rimorsi forti, ma non così tali da giungere ad un compromesso umano e ad una soluzione condivisibile umanamante) tenterà invano di sbrigliarsi tra le maglie fitte e uncinate di una burocrazia inestricabile, ricevendo solo risposte negative.
La soluzione sarà sporca, sporchissima, intrisa di sangue e il nostro eroe verrà scambiato per un folle millantatore anche da parte di coloro per cui si stava battendo con tutte le energie, perdendo la fiducia e la credibilità anche da parte della propria famiglia.
Recitato con vitalità e accenti melodrammatici ed esaltati da un gruppo di attori davvero convincenti che la giuria ha saputo, alemno per il protagonista, valutare coerentemente, Durak è uno dei migliori e potenti film visti in Concorso tra i registi emergenti.
Bella la fotografia, la descrizione delle famiglie, del calore, della vivacità, della grinta e del furore che anima i rapporti familiari, con verità inespresse e acuminate che saltano fuori di colpo quando problemi ancora piu' gravi finiscono per infuocare la notte decisiva, quella del giudizio finale, della fuga, della mancata riconoscenza.
Un altro messia inascoltato, un'altra massa di umanità stolta, sorda e fragile, corrotta e invischiata nell'immondizia da cui cerca di liberarsi sulla pelle di chi gli sta accanto.
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