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The Fool

Regia di Yuriy Bykov vedi scheda film

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La recensione su The Fool

di ilcausticocinefilo
9 stelle

 

 

 

Quelli che non hanno nulla per cui rimanere, montino a cavallo
Non li raggiungerete, è troppo tardi ormai...

I vicini vengono, si lamentano che sentono il rumore degli zoccoli
Non riescono ad addormentarsi, la cosa disturba i loro sogni
Quelli che non hanno nulla per cui rimanere se ne vanno

 

E a quelli che invece sono andati a letto - buoni sogni, buona notte...

 

Il regista di The Major (2013) colpisce ancora, regalandoci un'altra inflessibile e sferzante radiografia d'una società – quella russa contemporanea – piagata da clientelismo, individualismo, menefreghismo, neoliberismo sfrenato nonché ladrocinio quasi fatalisticamente accettato. Una società polverizzata in milioni di ininfluenti pulviscoli, di poveri considerati come “spazzatura”, “letame”, “lerciume irrecuperabile” da chi è ancor più corrotto e spietato di loro. In questo contesto, a passare per “sciocco” è l’onesto, colui che si reca al lavoro ogni giorno da trent’anni e non ha mai rubato niente (neanche negli “straordinari” anni ‘90).

 

 

Artem Bystrov

The Fool (2014): Artem Bystrov

 

 

Ecco, i Novanta - evocati a ripetizione dai potenti del luogo che si accusano a vicenda di aver trafugato fondi a piene mani dal bilancio comunale - gli anni delle ruberie, popolati da personaggi senza scrupoli (spesso contigui alla criminalità organizzata) che fecero letteralmente incetta di ogni cosa possibile, di ogni bene statale, di ogni industria e infrastruttura, in nome di un “ritrovato” capitalismo predatorio imposto immediatamente e incurantemente, e che al dunque provocò una cesura talmente netta col passato e una scia di devastazioni socioeconomiche e culturali così rilevanti (tra crollo della durata di vita media e quello che qualcuno definì addirittura “genocidio dei vecchi”1) che al giorno d’oggi in Russia c’è perfino chi rimpiange Stalin (per dire).

E, parentesi, è al termine di questo periodo che si colloca, guarda caso, l’ascesa di Putin: l’”uomo forte” chiamato a ristabilire un attimo di ordine, a imporre un minimo di restaurazione del welfare, per il tramite di un accordo coi cosiddetti “oligarchi” (che, chissà perché, si chiamano così solo nelle repubbliche ex-sovietiche). E’ il presidente russo stesso a ricordarlo in una delle interviste concesse a Oliver Stone. Ma, al di là delle sue belle parole, in realtà si capisce bene dall’opera di Bykov che fine abbiano fatto tali promesse, quanto poco sia migliorata la situazione in Russia negli ultimi vent’anni.

 

 

Natalya Surkova

The Fool (2014): Natalya Surkova

 

 

The Fool parte già con il pugno nello stomaco rappresentato da una tragicamente quotidiana situazione di violenza domestica e termina con un altro pugno, ancor più lancinante. Nel mezzo, un lento ma progressivo percorso di acquisizione di consapevolezza – da parte dello spettatore ma certo anche da parte del protagonista (considerato un “alieno”, un ingenuotto completamente avulso dal mondo, come il padre, e tutto perché – come si dice in uno dei dialoghi più emblematici – non riesce ad accettare la logica del tutti contro tutti, la logica del “gli altri al di fuori della famiglia non sono nulla per me e quindi mi giro dell’altra parte e tiro dritto”).

Insomma, si tratta di un signor film, diretto con mano sicura, serrato, sceneggiato con acume, tetro e notturno, con peraltro un’ottima ed “atmosferica” colonna sonora (menzione speciale per Spokoynaya Noch' [“Notte tranquilla”] dei Kino, che risuona sia nella bella sequenza della camminata notturna [quasi una metaforica discesa nel ventre molle di una città e per esteso di un’intera nazione] che sul finale).

The Fool non mancherà di stampigliarvisi a fuoco nella memoria perché ci troviamo infatti in presenza di uno dei migliori film russi degli anni 2010, senza dubbio. Devastante.

 

 

 

1 “[Gli europei] hanno deliberatamente ignorato le statistiche russe in cui il calo della vita media rivela un vero e proprio ‘genocidio degli anziani’. Hanno trascurato le conseguenze prodotte dal combinato disposto di un'economia disastrata, penurie persistenti, inflazione galoppante, prezzi in rapido aumento e salari e pensioni in calo. Tutto questo condanna il 95% della popolazione a vivere molto peggio che sotto il governo Breznev, mentre il 5% accumula immense fortune in poco tempo. Non vogliono rendersi conto che per la maggior parte dei ‘sovietici’ questa straordinaria crescita della disuguaglianza eclissa il reale ma insufficiente e precario progresso della libertà.” – M. Duverger, Comunidades hermanas, “El País”, 26 ottobre 1993, in https://elpais.com/diario/1993/10/27/opinion/751676407_850215.html

 

 

Artem Bystrov

The Fool (2014): Artem Bystrov

 

 

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