Regia di Pedro Costa vedi scheda film
FESTIVAL DEL FILM DI LOCARNO - CONCORSO INTERNAZIONALE
Da Locarno l'ultima opera del celebrato e talentuoso autore portoghese Pedro Costa, Cavallo dinhero. Un film-esperimento di un regista acutissimo e dalle spiccate qualità scenografiche, che con le sue inquadrature plastiche e l'alternanza sapiente dei colori, del nuovo e del vecchio, degli accostamenti luce ed ombra, riesce a dipingere quadri suggestivi e indimenticabili nelle lunghe sequenze statiche che compongono la vicenda, misteriosa ed enigmatica, fatta di ricordi, delirii senili insensati ma affascinanti, e rimembranze nostalgiche dei tempi ormai andati.
Un film finito di montare da due settimane, privo di manifesti e che il regista confessa di non aver ancora visto nella sua completezza tutto di seguito, quasi a fornirci un avvertimento dell'inafferrabile filo conduttore che guiderà tutta l'opera.
La vicenda è quella ambientata in un quartiere di un isola dell'arcipelago di Capo Verde (forse Praja, forse Sal, nulla viene specificano nei dettagli) chiamato Fontainhas.
Cavallo Denaro (2014): Tito Furtado
Cavallo Denaro (2014): Tito Furtado
Il volto smarrito del vecchio Ventura
Da antiche fotografie rovinate che illustrano quel quartiere degradato, il regista portoghese ricostruisce un ambiente povero e reso macerie, che è il punto di partenza dal quale si smarrisce il vecchio e tremolamte Ventura, un nome un programma, verso un percorso accidentato con le incognite della propria coscienza, della guerra, ma pure quelle collettive di un popolo sfruttato e deturpato come sempre succedeva alle colonie da parte del paese conquistatore.
La vicenda del passato assume i colori, le dinamche, i costumi e le "macerie" di una società che è un brandello di modernità, dove i detriti, i muri sbrecciati e le discariche sono pieni di oggetti moderni che tuttavia non servono più perché già superati o già distrutti.
Cavallo Denaro (2014): locandina
Il regista Pedro Costa ed il Direttore Artistico Carlo Chatrian
La fuga del vecchio dalla distruzione è la rappresentazione di un tentativo affannoso ma per nulla arrendevole di non perdere le proprie origini: una fuga senza scampo, che tuttavia va messa in atto.
Costa è un gran regista e, a mio avviso, di ciò ha giustamente tenuto conto la giuria, premiandolo saggiamente con il premio alla direzione.
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