Regia di Syllas Tzoumerkas vedi scheda film
Una donna greca sposa un marinaio che guadagna bene, ma lavorando sulle piattaforme rimane assente da casa per lunghi periodi. I due hanno tre figli nel giro di pochi anni, mentre il negozio di famiglia (dei genitori di lei) fallisce; la madre muore e lascia una valanga di debiti. Nel frattempo la donna entra in crisi col marito e affida i figli alla sorella.
Etichettato come un affresco potentissimo della rovinosa parabola discendente della Grecia contemporanea, A blast (giunto in Italia, quasi inosservato, al Festival di Roma del 2015) è in realtà un film scritto e montato in maniera troppo confusionaria e lacunosa per poter assurgere a tale ruolo, ma affatto privo di fascino. Le lacune sono le ellissi narrative create dal continuo viavai di flashback e flashforward; nella sceneggiatura del regista e di Youla Boudali le informazioni allo spettatore vengono centellinate e, dato il ritmo abbastanza sostenuto della narrazione e la mole altrettanto corposa degli eventi, risulta davvero semplice perdere il filo e non riuscire a comprendere intere sequenze. Buono comunque il lavoro di Syllas Tzoumerkas dietro la macchina da presa, artefice di una messa in scena cruda e basata su ritmo e dialoghi, se non altro coinvolgente; fra gli interpreti si possono segnalare Angeliki Papoulia (più volte impiegata da Yorgos Lanthimos), Vassilis Doganis, Themis Bazaka, Maria Filini, Giorgos Biniaris eMakis Papadimitriou. Forse qualche scena di sesso in meno avrebbe giovato (non sembrano sempre necessarie, dopo un po' il concetto pare chiaro insomma), ma a conti fatti la durata non eccede l'ora e venti minuti. Un lavoro dalla portata interessante, in quanto ad argomenti, ma certo è eccessivo definirlo il ritratto della crisi greca. 4,5/10.
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