Regia di Bonifacio Angius vedi scheda film
Angelo è un ragazzo sardo di 35 anni, disoccupato, che passa le giornate al bar, insieme a un paio di amici sfaccendati quanto lui. Apatico e apparentemente indifferente a tutto ciò che lo circonda, vive con il padre ormai anziano, il quale cerca con scarsissimi risultati di spronarlo a trovarsi un'attività o, perlomeno, a interessarsi a qualcosa. La situazione del ragazzo è destinata a diventare più critica quando il padre rimane paralizzato, in stato catodico, sopra una carrozzina.
Perfidia, film del giovane regista sardo Bonifacio Angius, è un potente ritratto di un giovane allo sbando, il quale non sembra più trovare nella realtà esterna il minimo stimolo per andare avanti. Se da una parte l'apatia del protagonista sembra frutto di un tessuto sociale che non concede molto, dove il lavoro scarseggia e l'unico svago è il bar dove buttare via soldi con le macchinette e sparare scemenze con gli amici, è anche vero che il comportamento del protagonista sembra determinato da qualcosa di più profondo, da una sorta di depressione psicologica che conduce al relativo diluirsi della capacità di interazione con il mondo estreno. Per la verità, quando ormai il padre è in carrozzina, Angelo sembra voler perlomeno tentare di uscire dalla sua condizione, iniziando a corteggiare una ragazza che gli piace: ma a questo punto il mondo si è già allontanato troppo, e sembrano ormai troppo modesti i mezzi del ragazzo - uomo mai diventato tale - per poterlo affrontare. Promosso a pieni voti, dunque, questo cupo e claustrofobico film dell'ancor quasi sconosciuto regista Angius, il quale dimostra - oltre a una buona padronanza dei mezzi tecnici - di non avere paura di descrivere gli aspetti più oscuri dell'animo umano.
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