Regia di Jon Cassar vedi scheda film
Un pistolero figlio di un uomo di chiesa torna al paese d'origine, dopo anni di guerra e uccisioni; appena giunto apprende che la madre e' morta ed e' vittima della disapprovazione del padre, che gli rimprovera il passato di violenza. L'uomo, a sua volta roso dal pentimento per quanto fatto e dai rimpianti per le occasioni perse, e' determinato nel vivere un'esistenza tranquilla a fianco dell'anziano genitore e lontano dalle armi. Questi propositi, pero', non hanno possibilita' di convivere con la situazione determinatasi in paese. Alcuni malviventi al soldo del signorotto locale terrorizzano le persone oneste per scacciarle dalle loro terre. Inizialmente il protagonista, nonostante sia anch'egli vittima della prepotenze dei banditi, tenta d'ignorare le provocazioni; ma non puo' piu' farlo, quando lo stesso padre e' ferito gravemente da uno di loro. Una classica vicenda western, affronta il temi del ritorno e del contrasto tra una vita laboriosa e tranquilla e un'esistenza basata su violenza e sopraffazioni; presenta personaggi ombrosi ed avvezzi alla vita in un ambiente duro e violento, con sentimenti difficili da esprimere o stroncati sul nascere. Su queste premesse, la vicenda si sviluppa in modo abbastanza ordinario; il protagonista riporta l'ordine in paese, e riesce, in modo abbastanza originale, ad evitare lo scontro con un altro pistolero al soldo del riccone di turno, suo amico di giovinezza e nemico in guerra, ma comprende di non poter comunque raggiungere la tranquillita' cui anelava, a causa del suo ingombrante passato e dell'impossibilita' di rinunziare alla violenza. La recitazione e' nella norma; il cast e' di un certo rilievo, ma non ho rilevato particolari eccellenze. Piuttosto lento il ritmo; l'azione non e' molta, e diverso tempo e'occupato dai dialoghi tra i personaggi, che risultano ben studiati ed approfonditi. Ho trovato poco convincente la ricostruzione dell'ambiente e dei costumi, un paesino di poche case eleganti in mezzo a boschetti e verdi praticelli, popolato da personaggi molto ben vestiti e curati. Questa pero' e' un'opinione strettamente personale; sono infatti abituato ad ambientazioni piu' da "spaghetti western", con casupole realizzate alla peggio, in mezzo a lande desertiche, e personaggi abbrutiti, dai vestiti laceri, che meglio si adatterebbero alle vicenda di bassezze morali e dissidi interiori portata in scena. Cio', unito alla poca consistenza della colonna sonora, rende la tensione poco palpabile. Western ordinario, valido per le tematiche introdotte, meno per la messa in scena.
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