Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Una bella fiaba, senz'altro minimale e dotata di un candore e di una purezza che saggiamente gli scenari innevati sottolineano. Più che di uno scontro, si tratta di un incontro generazionale: nonostante i pregiudizi e le evidenti differenze, fra i due protagonisti permane sempre un sottofondo di civile rispetto, che diviene solidarietà nel finale, quando il collega più anziano accudisce quello più giovane con istinto paterno. Questo sentimento così umano è ciò che rende grande una piccola (per mezzi e trama) opera - ed è pure ciò che la distanzia anni luce dal mezzo secolo successivo di chi scrive -, esordio di Olmi sottovoce, ma dotato già di un'ampio spettro poetico che si ritroverà nelle successive sue produzioni. Attori non famosi - tre in tutto il film, di cui uno scompare quasi subito - che comunque offrono una discreta prestazione; ruolo delle musiche e dei rumori preminente sui dialoghi, scarsi e laconici.
Sull'Adamello una diga è custodita da due guardiani di mezza età, soli ed isolati nel rigido inverno nevoso in una baita. Uno dei due deve tornare a casa e viene sostituito da uno studente, giovane e vivace: lo scontro generazionale genera perplessità, ma anche tanto rispetto. Finchè il ragazzo si sente male e vuole tornare a casa, ma, accudito paternamente dal collega, si ricrede e decide di rimanere.
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