Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Primo lungometraggio di Olmi, anticipatore di gran parte della sua filmografia per temi e forma (interesse per gli umili, tono dimesso, scarsità di avvenimenti esteriori). Uno studente di città va a sostituire il custode di una diga in alta montagna: prende l’impegno come una specie di vacanza, di stacco dalla vita abituale. Il suo anziano compagno di lavoro lo guarda con sufficienza e con bonarietà mentre ascolta Celentano o per gioco si butta a corpo morto sulla neve. I due si parlano lo stretto necessario, ma sono reciprocamente curiosi (ognuno guarda di nascosto cosa sta leggendo l’altro). Durante una notte di bufera, in cui il giovane si è sentito male e il vecchio l’ha accudito come una madre, la leggera tensione che c’era fra loro si scioglie: la mattina dopo il giovane rinuncia a tornare a valle, come invece si era deciso a fare. La trama esile fa comunque filtrare un messaggio: il bisogno di solidarietà, fra generazioni e fra classi.
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