Regia di Laura Halilovic vedi scheda film
Avrebbe dovuto intitolarsi Romance (ma poi s’è ovviato per lo sciocchino Io rom romantica), questa opera seconda di Laura Halilovic, prima regista rom a firmare un film in Italia (ovvero il precedente doc Io, la mia famiglia rom e Woody Allen, di cui questo rappresenta una sorta di rifacimento fiction).
Un gioco di parole tra rom e romance, per un lavoro che elenca giocosamente stereotipi di una cultura e mette in scena il racconto in prima persona di una giovane donna, percorso che comincia con sguardo in macchina e voce off e finisce dietro la macchina da presa. In mezzo, la storia di Gioia che non vuole un matrimonio a tavolino come tradizione comanda, e del suo cammino d’emancipazione che passa per il sogno del cinema, per il rapporto con un meccanico gagà quarantenne, per un regista amatoriale che cita Joris Ivens ma scarseggia in morale (non solo di sguardo) e per un anelato incontro con Woody Allen.
Il film, confezione mediocre con brio, si diverte nei luoghi comuni come fosse l’incontro tra un Moccia parodico e sfigurato da una prospettiva eccentrica (quella della Halilovic non è certo quella dominante Maschio/Borghese/Caucasico) e il gioco con stereotipi e pregiudizi à la Il mio grosso grasso matrimonio greco: una commedia che ha il tono frivolo e sfrontato della gioventù (non tutti a 25 anni sono Orson Welles o Philippe Garrel), sembra uno scult ma nasconde talento.
Scarica l'app gratuita FilmTv digitale per iPad!
Copia singola 1,79 € - Abbonamento 6 mesi 34,99 € - Abbonamento 12 mesi 59,99 €
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta