Regia di Jean-Jacques Renon vedi scheda film
La storia della Roma imperiale, tra patetici festini orgiastici, scontri tra gladiatori mandati al massacro e tanta, tanta superficialità. Mattei su Caligola, dopo Brass e prima di Massaccesi, rimescola nel trash. Lontanissimo da un buon esito. Né sexy, tantomeno drammatico ma involontariamente comico.
Caligola (Vladimir Brajovic) impone un regno di terrore, cercando di ammorbidire, vanamente, il suo istinto sanguinario con orge frenetiche. Oltre ai festini, l'imperatore organizza anche spettacoli "diversivi" tra gladiatori, finalizzati a soddisfare il sadismo del pubblico. Alcuni senatori -oltraggiati oltre ogni misura dalla proposta di fare di Incitato, cavallo imperiale, un rappresentante del potere- organizzano una rivolta che finisce nell'omicidio di Caligola. Tocca allo zio Claudio prendere il posto dell'imperatore, affiancato dalla ninfomane Messalina (Betty Roland), donna entrata precedentemente in grazia di Caligola e costretta in sposa di Claudio. Ma la sorella di Caligola, Agrippina, con evidente mira di potere, cavalca i malumori popolari circa la condotte dissoluta dell'imperatrice.
"Godiamo fin che siano in tempo, potrebbe essere troppo tardi domani." (Ancella coinvolta in un'orgia sfrenata)
Dopo Brass (Caligola, 1979) e poco prima di Massaccesi (Caligola, la storia mai raccontata, 1982), Bruno Mattei approfitta al volo dell'argomento morboso che sta dietro al burrascoso passato della città eterna. In breve una coproduzione (di evidente scarso budget) italo-francese, con sceneggiatura attribuita a tale Antonio Passalia (anche co-regista assieme a Jean-Jacques Renon) mette insieme un cast al ribasso. I titoli di testa si aprono su un plastico in miniatura della Roma imperiale, sul quale -in sfregio al realismo- Mattei insiste a fare primi piani superando i due minuti. E ci ricorda quei giochetti che -all'epoca- da piccoli si facevano con i soldatini di piombo. Già il preambolo, con sintetica descrizione di due truci fatti ascrivibili a Caligola, annuncia qual è l'interesse degli autori, ovvero il sesso (spesso declinato in termini paradossali) e la violenza. Che vero è, dato il soggetto, essere in effetti il connubio perfetto. Purtroppo meno perfetta è l'operazione, approssimata al trash per via di attori inadatti anche in ruolo di comparse, dialoghi meno che volgari ed erotismo (?) di circostanza ammantato di grottesco (si pensi alla scena con Baccaro -nudo, sic- che fa strani versi, in replica de La bestia in calore, mentre è intento a copulare con Messalina). Ti pareva che a Mattei non passasse per la testa l'idea di dare corso agli eventi; il successore di Claudio è infatti il figlio (illegittimo) di Messalina: Nerone. Dopo 108 minuti di storia truce filtrata maldestramente attraverso l'ottica di Vincent Down (alias Bruno Mattei), ci sarebbe giusto mancato il sequel di Caligola e Messalina. E infatti nel 1982 Mattei licenzia Nerone e Poppea: sai che tortura!
Baccaro, Jimmy e Capritti
Tre volti celebri, tre caratteristi presenti in quasi tutti i film italiani realizzati tra gli Anni '70 e '80. Il primo a comparire in una fugace parte delirante (come sempre del resto) è Jimmy il fenomeno, nei panni di un pretoriano affetto da "sorriso tremens": lo vediamo applaudire, gaudente, mentre brinda a Caligola, sovrano attorniato da donne una delle quali, dando le spalle a Jimmy, pratica una fellatio all'imperatore animando il sedere in bella vista. Poi tocca ad Eolo Capritti, nel ruolo di fustigatore mentre è intento (facendo grugni retorici e pertanto comici) ad interrogare sotto tortura un "amico" dell'imperatore. Last but not least: Salvatore Baccaro ricopre il ruolo di Arcadio, un sedicente frequentatore di prostitute noto per il suo attrezzo ("Quello di un satiro al confronto è come quello di un bambino", sostiene il nano che lo presenta a Messalina).
Oltre il trash
- Per la gioia del popolo infoiato, Caligola ha organizzato uno spettacolo particolare: un gladiatore, armato di tridente, contro tre agili guerriere. L'uomo ha la meglio, riuscendo a sconfiggere il terzetto di fanciulle invero aguerrito. Motivo per cui subentra una sensuale ulteriore guerriera, munita di spadone. La ragazza, a forza di calci e spadate, vince. L'imperatore, invece del pollice verso, sentenzia: "Tagliagli il prepuzio!". La vincitrice esegue, sollecitata dall'uomo a fare in fretta.
- Messalina sta facendo un bagno rinfrescante nel latte -appena munto- di asina. Ma la sostanza è poca, motivo per cui le ancelle fanno entrare Fallone: un somaro che in meno di un secondo monta in groppa all'asina possedendola (con tanto di schizzo). Subito dopo ecco riprendere la minzione, con cospicua produzione di latte prodotto dall'asina dopo la gradita "sollecitazione".
- Mentre Messalina fa il bagno, a bordo vasca vige su di lei un nero, presentato con le parole: "Non preoccuparti, è un eunuco." Sarà anche, fatto sta che vedere le nudità di Messalina provoca una strana reazione, infatti sotto il gonnellino del servo una protuberanza si erge verso l'alto. Messalina, incuriosita, sbircia. L'espressione della donna diventa di sorpresa, mentre sospira: "Sono ricresciuti (i cojones, n.d.r.) più rigogliosi di prima!"
- Caligola ospita nel talamo imperiale una giovane coppia di sposini. Abusa di lei sotto gli occhi del novello coniuge, quindi girandosi verso l'uomo domanda: "Che matrimonio è se non partecipa anche il marito?". Detto, fatto: ruota di spalle l'infelice e lo sodomizza... senza colpo ferire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta