Regia di Tommy Wiseau vedi scheda film
Tommy Wiseau se la sta ridendo da qualche parte, ne sono certo. Me lo immagino: ha quindici anni di più ma ancora i capelli lunghi che lo fanno somigliare al Keitel/Sport, botox a parte. Me lo sento: con quella risata atona, monocorde, che così spesso risuona, di una meccanicità agghiacciante, nel “più brutto film di sempre”. Ride e pensa che ha gabbato tutti. Non per denaro, anzi, ma per un posto da Immortale. Gli hanno addirittura dedicato un film al suo film. E’ successo anche ad altri: Hitchock, Kubrick, Welles, qualcuno così.
“You are so beautiful”, dice Mark il bello, Greg Sestero, suo partner in crime, serissimo, a Lisa, moglie fedifraga, rotondetta, volgarotta, suina: no, bella no, è bagasciosa, quello sì, ma bella no. Mai. E’ lì che capisci che non c’è altra spiegazione: ci ha gabbati. Un film che non si ferma un istante senza pur muoversi in alcuna direzione. Una stanza dove entrano tutti quanti: “ma da quella porta continua ad entrare gente!”, dice la madre alla figlia in un’involontaria sbandata extradiegetica. Un delirio quelle conversazioni madre-figlia su quel divano: tre diverse, all’inizio, a metà, a tre quarti, tutte uguali, ma uguali davvero. Come le scene d’amore tra Tommy e Lisa: due identiche a distanza di venti minuti, sicuramente dallo stesso shot, che ti chiedi perchè la seconda? Ma perchè anche la prima... un disastro: gemiti fuori sincrono, il bacino di lui ad altezza stomaco di lei in quello che dovrebbe simulare un amplesso. Siamo increduli. Ma non c’è tempo per fermarsi a considerare che nulla funziona: le scene si susseguono, grottesche non rende, paradossali nemmeno, non ce n’è una, ma che dico, mezza, che non sia uno scriteriato attacco agli standard di sceneggiatura, recitazione, montaggio. Sequenze (s)cult di geniale sconclusionatezza: su tutte, esemplare, quella dove, senza alcuna plausibilità, quattro o cinque uomini in abito da sera iniziano a tirarsi la palla ovale. Personaggi che sbucano dal nulla, dicono solenni tre o quattro cazzate e spariscono. Dialoghi ripetitivi, di una banalità talmente sconcertante che non ci credi che non sia voluta. Cambi improvvisi di tono attoriale che sembrano provini. Recitazioni che così perfettamente amatoriali pensi possano eseguirle solo dei professionisti. Tornano alla mente telenovelas piemontesi, stralci apocrifi tipo “See You Next Wednesday”. Solo che questo è un film vero. Un film inconcepibile, talmente brutto da diventare un Cigno. Una secchiata di merda contro la parete che si secca assumendo una forma artistica. Sì, perchè alla fine, sul corpo inanime di Tommy/Johnny, che si è appena sparato in bocca ed al di cui cranio sfondato in ben due dicono “wake up, Johnny, wake up!”, ti accorgi che non ti divertivi così da tempo e scopri imbarazzato che stai pensando che Wiseau è un genio. Che film.
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