Regia di Ernesto Gastaldi, Vittorio Salerno vedi scheda film
Difficile salvare qualcosa, difficile trovare scuse per questo prodottuccio mal confezionato e miserrimo realizzato da un'accoppiata di registi in verità neppure disprezzabili. Ernesto Gastaldi è maggiormente noto come sceneggiatore e in effetti non è dato sapere (forse conviene non saperlo neanche) quale e quanto sia stato il suo apporto dietro la macchina da presa; per Vittorio Salerno, fratello di Enrico Maria, invece, si possono spendere parole positive come regista (No, il caso è felicemente risolto, 1973). Con una sceneggiatura del primo, il film mette in piedi una storia a cavallo fra il dramma psicologico e il racconto soprannaturale, ma la piattezza dei dialoghi e la scarsa preparazione degli interpreti non aiutano di certo una materia scritta in modo sbrigativo e poco incisivo. Nel cast troviamo Luciano Pigozzi, Mara Maryl, Gerardo Amato (fratello meno noto di Michele Placido), Martine Brochard e Gioia Scola; scenografie spartane all'ennesima potenza (qualche sporadico interno e un bosco: fine), gran finale che è in realtà gran banale. 2/10.
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