Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Una poesia comica firmata Chaplin.
Ormai alle soglie del sonoro, Chaplin dirige e interpreta l'ennesima poesia comica in cui l'uomo moderno non è divenuto altro che una macchina, uno strumento della produzione, un povero frustrato continuamente in cerca di un padrone da cui farsi sfruttare. E' un film esilarante che fa ridere ancora oggi ma che oltre la comicità, come al solito, contiene un velo di malinconia, che non sfocia mai nel dramma, che porta a riflettere sulla condizione umana. Il film è prevalentemente muto e il sonoro proviene dagli aggeggi meccanici, dagli schermi e dalle radio, ma il finale in cui il vagabondo finalmente canta facendo udire al pubblico la sua voce è pura poesia, è l'uomo che si riscatta da un mondo meccanico che sta impazzendo, da una società alienata e disumana, l'uomo che si riprende sé stesso. C'è speranza sembra sempre volerci dire Chaplin, per quanto brutta sia la situazione, conviene comunque camminare verso l'orizzonte.
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