Regia di Virág Zomborácz vedi scheda film
Surreale black comedy, un Donnie Darko ungherese a tinte lievi, Afterlife sa mettere in corto circuito l'incongruenza tra esigenze sociali ed bisogni reali, il sermone precotto e l'autentico ascolto del prossimo con una recitazione sottotono, dialoghi divertenti, una sceneggiatura che mette il nostro anti-eroe sempre più in difficoltà e la macchina da presa che cuce un'aria di grottesco attorno ai personaggi più compromessi moralmente. Una coesione maggiore a livello di tematiche e approfondimento sui personaggi avrebbe giovato al film, che lascia intendere sviluppi che poi non porta a conclusione, ma resta tuttavia un'opera molto godibile, e divertente.
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