Regia di Glenn Ficarra, John Requa vedi scheda film
Una volta tanto una recensione non controversa, qui siamo di fronte ad una delusione chiara e palese. Ma della serie "non si può mai star tranquilli" alla delusione si affianca la rabbia. Eh sì, per una serie di motivi. Primo fra tutti la presenza di una colonna sonora da urlo che manderebbe in estasi anche un morto: Iggy Pop &The Stooges (e già qui gran goduria!), It'sa Beautiful Day, Doris & Kelley, Hot Brass band, Them (una "Baby Please don't go" da venire sulla poltrona), e gli Stones con quella "roba" che si chiama "Sympaty for the Devil" scritta apposta per spaccare il culo. Poi -sparsi qua e là- diversi gruppi di ottoni, e band dai nomi mexicanos adorabili. Insomma diciamo che il ritmo musicale non manca, peccato che latiti quello di sceneggiatura. Ecco qual è il grosso problema: una storia e uno sfondo coi quali era impossibile sbagliare, ebbene, producono un risultato che, se consideriamo lo sfarzo produttivo, ci appare sciapo e piuttosto modesto (un classico "tutto qua?"). Prima parte ambientata a New Orleans e la seconda a Buenos Aires (due città piene di musica, ecco perchè una colonna sonora così ridondante). Lo sfondo è inquivocabilmente quello del mondo delle scommesse (su qualunque cosa, ovviamente con privilegio per eventi sportivi). Ma (cosa questa che non ho ben capito, perchè si tratta di due pianeti non necessariamente collegati) i due protagonisti (un uomo e una donna) non fanno che trastullarsi sfidandosi a colpi di reciproci giochi di destrezza basati su trucchetti da illusionisti. E qui un altro problema: questi giochetti (del tipo: senza che te ne accorgi ti sfilo perfino le mutande, per dire) alla fine rompono i coglioni sia perchè sono troppo insistiti e poi perchè sono talmente inverosimili da irritare quello spettatore che vorrebbero invece divertire. Ah, un'altra cosa non da poco: il cinema che parla di scommesse, truffe e illusionismo è diventato un pò un genere che solitamente è brillante, ma qui di appeal in questo senso ce n'è davvero poco, soprattutto perchè lo stile nel raccontare le notti brave delle due città sopra specificate è irrimediabilmente patinato, rendendo il tutto stancante, poco intrigante e oltretutto poggiato su una sceneggiatura che spesso sfiora momenti ridicolmente inverosimili. Quindi tutta la negatività fin qui elencata teoricamente sarebbe addebitabile alla mano infelice dei due registi (sì, due!). Ma secondo me il peggio proviene invece proprio dai due attori principali. Su Will Smith non vorrei adesso qui attirare i fulmini dei suoi numerosissimi fans, ma il divo afroamericano è da un tot che non imbrocca più un film e in questo qua il suo appeal è miserello. Il carisma dunque è in netto calo e ...non sarà che il vecchio Will è un pò bollito (la butto lì eh) ? Quanto alla sua partner nel film, la vistosissima Margot Robbie, non mi è piaciuta granchè. Sicuramente gran gnocca (come negarlo?!) ma, fate conto, somiglia vagamente a Sharon Stone, e insomma pur essendo giovane sembra un pò già bollita: dunque scarsa espressività e appeal medio basso. Ma va senz'altro segnalata la figurona fatta da Gerald McRaney, un volto noto da veterano di Hollywood, qui di una bravura straordinaria (e non posso neppure svelare che ruolo ricopre nel film perchè sconfinerei nello spoiler). Ma voi capite che il talento di Raney e la strepitosa colonna sonora non valgono il prezzo del biglietto. Ma -dico io- con uno sfondo ideale (anzi un doppio sfondo, essendo doppia la location) e con una superstar come Smith (ancorchè in fase calante) come si fa a sbagliare un film? Beh, 'sti due registi ce l'hanno fatta. Forse era meglio se ce n'era uno solo.
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