Regia di David Grieco vedi scheda film
Vi avverto subito: non aspettatevi prove recitative memorabili; Massimo Ranieri somiglia sì in modo impressionante a Pasolini, di profilo è qualcosa di stupefacente, ma non ci omaggia di nessuna interpretazione che possa restare memorabile, quasi a voler essere un burattino al servizio del regista ma soprattutto del racconto. La trama si diletta a snocciolare la presunta quanto verosimile, soprattutto dopo le ultime indagini che hanno rinvenuto il DNA appartenuto a persone diverse, sul corpo del poeta e regista italiano, macchinazione, da cui il titolo, ordita ai danni di Pasolini per mettere in atto la sua morte, in modo da renderla come la conosciamo. In concomitanza con la realizzazione di Salò e al conseguente furto delle bobine che secondo il film, relativamente sempre alle ultime indagini di cui sopra, sarebbe stato poi l'esca che avrebbe condotto Pasolini al Lido di Olbia, dove avrebbe dovuto recuperare i filmati, sotto lauto compenso, e dove invece trovò la morte. La sequenza dell'assassinio è talmente brutale da essere disturbante; le ravvicinate inquadrature durante il violento pestaggio e il conseguente investimento appaiono così meticolosi e lo sguardo così ravvicinato da dare la sensazione di essere presenti e complici, non avendo il potere di fare nulla. Se il lavoro complessivo risulta ben strutturato e soprattutto ben raccontato, lo stesso non si può dire degli altri elementi: non eccelle la fotografia pur alternandosi ottimamente tra luci e ombre non arricchisce il film di particolari. L'impressione è quella che il regista abbia voluto concentrare il narratore sul fatto piuttosto che sul modo di raccontarlo finendo per assomigliare più ad un documentario che ad un film, privo di sentimentalismo ma ricco di opinioni e ipotesi degne di un buon libro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta