Regia di Ava DuVernay vedi scheda film
Grande film ,di notevole impegno civile.
Nella primavera del 1965, un gruppo di manifestanti, guidati dal famoso reverendo Martin Luther King,a seguito di un braccio di ferro,venutosi a creare tra lui e gli altri leader e contro l’FBI di Hoover e l’allora presidente americano Lyndon Johnson ,timoroso di schierarsi apertamente contro il governatore dell’Alabama, George Wallace, decise di sfidare apertamente, il divieto di marciare e scese in piazza a Selma in Alabama, nel profondo sud degli Stati Uniti,per manifestare pacificamente, contro le discriminazioni ai danni dei cittadini afroamericani, in particolare nell'esercizio del proprio diritto di voto,che veniva sistematicamente boicottato, anche se formalmente concesso.La storica marcia di protesta si trasformò in un vergognoso bagno di sangue,perpetrato dalla polizia locale,fu ripreso dalle televisioni e visto da tutto il paese,suscitando una tale ondata di sdegno e di commozione popolare,da far accapponare la pelle ai politici e spingerli ad un accordo. La regista mette a nudo il cuore segreto di un'America segnata dalla piaga del razzismo, raccoglie intime confessioni,scorci di conversazioni, disegna la potenzialità del movimento per i diritti civili, la sua capacità di mettere in cantiere i presupposti per un futuro diverso, ma al contempo anche incisiva per il presente.La storia raccontata dal film,restituisce alla politica il suo valore più nobile. Le scelte di King a volte impopolari anche tra i "fratelli neri"sono pericolose,ma suggerite nell'interesse del bene comune e dimostrano una notevole lungimiranza storica e l'efficacia della diplomazia e del dialogo politico, strumentale ad un fine ultimo elevato.
La DuVarnay, veicola la narrazione cinematografica, attraverso una forma filmica, che associa resoconto documentario ricco di spezzoni di repertorio, a racconto intimo dei travagli personali dei protagonisti.
La regia non arretra nell'attaccare un mito, laddove lo ritiene opportuno ,non soffre di alcun complesso d'inferiorità e con un profondo rispetto della complessità degli eventi e delle persone, conferisce alla storia,pur nell'ambito di un impianto narrativo classico, una dimensione "fiabesca" e "allucinata".La tecnica della DuVernay, è affascinante e strega lo spettatore, attraverso la potenza di immagini forti, anche quando racconta episodi "di cronaca",
Selma è un film sincero appassionato e appassionante,genuinamente emozionante.Una parabola di grande intensità emotiva,che ci sta a rammentare, quanto le discriminazioni,razziali,religiose,politiche,di genere,hanno nuociuto alla crescita interiore dell'essere umano e che incommensurabile tributo di sangue innocente,è stato necessario versare, per provare a demolire queste aberrazioni, che peraltro ancora oggi non sono del tutto superate,come la cronaca ci ricorda,costantemente.
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