Regia di Ava DuVernay vedi scheda film
L'importante è non sentirsi dire che questo è un film "classico". Qui non c'è niente di classico, ma solo il fiacco, fiacchissimo conformismo di una regista "indie" che affronta un tema e un personaggio senza un minimo di articolazione drammatica. Tutti la pensiamo allo stesso modo, il film si muove entro una retorica corretta che evita qualsiasi problema, qualsiasi complessità, qualsiasi dubbio. "American sniper" era ad esempio un film problematico, di grande cinema ma anche di visioni dubbie, che non lasciavano mai inerte il senso critico dello spettatore. Questo filmetto inutile e pedante non ci pone alcun problema, ci liscia il pelo ed è diretto senza un attimo di interesse. Questo è un film che non ha niente a che spartire con la "classicità" del cinema americano, è roba da indipendenti che quando affrontano il cinema ripulito da grande pubblico sanno solo fare cose inerti. Scommetto che finirà proiettato per le scuole, con i poveri studenti che come sempre finiscono deportati in sala a vedere esempi di non-cinema, magari pagando pure il biglietto. E comunque accetto che ci sia chi ama vedere film-santini, fa parte del piacere retorico dello spettacolo: ma, per favore, non insultiamo il grande cinema hollywoodiano dicendo che questo è un film nello stile "classico".
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