Regia di James Ponsoldt vedi scheda film
Il film di James Ponsoldt non è in assoluto un film appena sufficiente, però perde punti dal momento che dovrebbe ritrarre una personalità tanto ermetica quanto complessa come quella dello scrittore americano David Foster Wallace. Perchè il film vanta due interpreti bravissimi, una regia metodica che gestisce alla grande una sceneggiatura non priva di bei spunti di riflessione e, per finire, quella peculiarità che hanno quasi tutti i film americani che passano per il Sundance, ovvero la capacità di esplorare una piccola fetta della realtà medio-borghese statunitense.
Inoltre la dicotomia portata in scena ottimamente da Segel e Eisenberg rende il film un'interessante riflessione sull'agognato successo e sui suoi effetti. Il film mette in luce come il successo di pubblico, il travisato sogno americano di Wallace, abbia insinuato seri dubbi nell'autore, finalmente accolto in una società e in delle regole dalle quali voleva tenersi alla larga: quelle del consumismo.
Un film decisamente interessante, al quale dare senza dubbio una possibilità, ma che paga il fatto di non aver volutamente esplorato abbastanza il suo soggetto principale, Wallace, in modo da rendere la comprensione dell'opera alla portata di tutti. Semplificandola, però.
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