Regia di James Ponsoldt vedi scheda film
In occasione della pubblicazione di Infinite jest, un tomo di oltre un migliaio di pagine che David Foster Wallace (Segel) pubblicò nel 1996, un giornalista di Rolling Stone, David Lipsky (Einseberg), decise di intervistarlo. Il film si concentra sui cinque giorni nei quali Lipsky, con il suo registratore sempre acceso, accompagnò Wallace in giro per gli States alle presentazioni del suo bestseller.
James Ponsoldt si cimenta nella più impervia delle imprese: quella di tentare di acquerellare il ritratto di uno scrittore complesso e controverso come Wallace. I suoi intenti naufragano miseramente nel macchiettiamo: la bandana sempre calzata sulla testa, le stravaganze, i cani, la solitudine, il fisico corpulento, l'astemia, la fissazione per la scopata senza sforzo sono i tratti sui quali si concentra lo schizzo sbiadito dello scrittore. Un ritratto flebile flebile nel quale le logomachie tra i due protagonisti, alternate a vere e proprie scaramucce, sono offerte allo spettatore come pillole di un dialogo ebete, di bassissimo livello, in un contesto narrativo sempre uguale a se stesso.
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