Trama
Il giornalista David Lipsky (Jesse Eisenberg) accompagna lo scrittore David Foster Wallace (Jason Segel) durante il tour di promozione per tutti gli Stati Uniti del romanzo Infinite Jest.
Approfondimento
THE END OF THE TOUR: COME DIVENTARE SE STESSI
Diretto da James Ponsoldt e sceneggiato da Donald Margulies, The End of the Tour racconta i cinque giorni di intervista tra il giornalista di Rolling Stone David Lipsky (Jesse Eisenberg) e l'acclamato scrittore David Foster Wallace (Jason Segel), a seguito della pubblicazione nel 1996 del rivoluzionario romanzo di Wallace Infinite Jest. In questi cinque giorni nasce e si sviluppa una profonda amicizia tra i due protagonisti. I due scrittori si scoprono, condividono momenti divertenti e reciproche fragilità nascoste, ma non si saprà mai quanto realmente sinceri siano stati l'uno con l'altro. Incredibilmente, l'intervista non fu mai pubblicata, e le cassette audio su cui vennero impressi quei cinque giorni, finirono nello scantinato di Lipsky. I due non si incontrarono più.
Con la direzione della fotografia di Jakob Ihre, le scenografie di Gerald Sullivan, i costumi di Emma Potter e le musiche di Danny Elfman, The End of the Tour si basa sull'apprezzato libro di Lipsky, Come diventare se stessi, pubblicato dopo che Wallace si tolse la vita nel 2008.
L'INCONTRO TRA WALLACE E LIPSKY
Nell'inverno del 1996 due uomini giovani e ambiziosi si imbarcano senza conoscersi in un viaggio di cinque giorni, nei quali emerge che ognuno di loro sta cercando intensamente e nervosamente di capire che posto occupare nella propria vita. Il primo era il giovane giornalista di Rolling Stone, David Lipsky. Il secondo era David Foster Wallace, la “rock star della letteratura”, 34 anni, da poco lanciato come il più brillante degli scrittori, osservatore e voce della sua generazione.
All'inizio del viaggio, Lipsky era alla ricerca di quella confessione rivelatrice che gli avrebbe cambiato la carriera. Voleva che Wallace condividesse con lui le sue geniali idee sul mondo contemporaneo ormai saturo di cultura pop – in ogni aspetto, dalla dipendenza televisiva verso la tecnofilia, al fenomeno della solitudine dell'iperconnesso – ma stava in realtà cercando molto di più. Stava cercando l’imperfezione nascosta, la storia che facesse il botto, forse stava cercando uno spirito affine.
I due si scontreranno, scherzeranno, si lasceranno dietro una scia di cartacce e cibo spazzatura. Parleranno di film, ragazze, canzoni e di quanto è strana la vita nella società contemporanea. Ma prima della fine del viaggio nascerà qualcos'altro: un'amicizia immediata, tanto potente e conflittuale da sembrare quella tra due amici di sempre. Basata sull'invidia, l'insicurezza, la solitudine e la mancanza di fiducia di tutte le relazioni contemporanee. Con però quell'elemento fondamentale che Wallace cercava: l'essenza di essere, come disse lui stesso, “splendentemente umano”.
A tratti commovente e spensierato, The End of the Tour non è solo la storia di come collidono genio e celebrità o di un giornalista in cerca della storia che lo renderà famoso. Descrive come ci si sente a vivere al giorno d'oggi, il complesso rapporto con il successo, il bisogno di restare connessi e contemporaneamente tenere le distanze dall'infinito bombardamento di informazioni per recuperare ciò che esiste di più vero ed essenziale.
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Commenti (4) vedi tutti
I limiti del film sono i limiti del testo.
leggi la recensione completa di michelerui79Dalle parti del cinema indipendente che parla di se stesso, questo biopic 'in mortem' dello scrittore americano D. Wallace, rappresenta l'ennesima versione di una cultura dichiaratamente medio-borghese che frequenta il Sundance e le buone università e che ambisce a dire la propria sulle contraddizioni ed il vuoto di valori della società americana.
leggi la recensione completa di maurizio73Breve incontro tra uno scrittore geniale di grande successo segnato dalla solitudine e dalla sofferenza psichica e un giovane intervistatore che vorrebbe carpire il segreto del suo successo e invece riceve una lezione di umiltà
leggi la recensione completa di SpringwindUno scrittore geniale, un altro un po' meno. David Foster Wallace in un bignamino percorso da buona fede e, tuttavia, malato di faciloneria.
leggi la recensione completa di MarioC