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The Chambermaid

Regia di Ingo Haeb vedi scheda film

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La recensione su The Chambermaid

di mck
8 stelle

The bed trip, ovvero: del provare a vivere.

 

 

La cameriera d’albergo del titolo, Lynn Zapatek, imperson(ific)ata da una Vicky Krieps pre-“Phantom Thread”, superba attrice (Gutland, Bergman Island, Old, Serre Moi Fort, Plus Que Jamais, the Dead Don't Hurt, Hot Milk e il prossimo “Father, Mother, Sister, Brother” di Jim Jarmusch) di corotipo germanico come Sandra Hüller e di genus rinascimental-botticelliano come Morfydd Clark e Kelly Macdonald, ad un certo dato punto guarda sotto al proprio di letto e forse un po’ le dispiace di non trovarvi nessuno.

 

 

“Sai qual è la parte migliore del fare le pulizie? Che poi si sporca tutto di nuovo.”

 


Ingo Haeb, tedesco classe 1970 di Amburgo con studi universitari effettuati a Colonia e Berlino, qui alla sua seconda prova di regia in solitaria di un lungometraggio dopo “SohneMänner”, scrive la sceneggiatura di “Das ZimmerMädchen Lynn” traendola (con un adattamento che sa rubare - pardon: tradurre, reinterpretare, rirappresentare - la profondità dell’inchiostro su carta traslandola sulla superficie cinematografica restituendone, con altri mezzi, lo spessore) dal quasi (il titolo omette il nome della protagonista) omonimo romanzo del 2008 (pubblicato a suo tempo in Italia da Voland) di Markus Orths (compatriota e coetaneo del regista) per poi metterla in scena in maniera egregia (iperrealisticamente impressionista) con la sua attrice principale, coadiuvata da Lena Lauzemis (l’amante) e Christine Schorn (la madre), e col direttore della fotografia Sophie Maintigneux, mentre montaggio, musiche e scenografie sono di Nicole Kortlüke, Jakob Ilja e Petra Klimek (recentemente scomparsa, è stata co-production designer di “Die Frau des Polizisten” e props master sul set di “Only Lovers Left Alive”).

 

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The bed trip, ovvero: del provare a vivere.

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