Regia di Gianfranco Cabiddu vedi scheda film
Film coraggioso e intelligente, che dribla la scontatezza del soggetto (evidentemente solo presunta) e le basse lusinghe di una facile messa in scena (eventualmente facilitata fin troppo dal corpo principale del cast) ricucendo con originalità e con un approccio del tutto nuovo le trame delle opere originali (Shakespeare e De Filippo). Sorprende soprattutto la ricchezza degli spunti tratti da Cabiddu, gli innesti, e la ri-personalizzazione delle figure shakespeariane , tra le quali credo sia più riuscita di tutte quella del pastore sardo/Calibano, col suo linguaggio totalmente straniero e quel suo ritrovar se stesso, nel finale, grazie al dispiegato verso, lanciato al cielo, di uno strano uccellino.
Nel film non mancano, però, alcuni momenti di stanchezza e cali di pressione, molti dei quali ritengo dovuti al corpo secondario del cast (penso soprattutto ad una inguardabile Alba Gaïa Kraghede Bellugi nei panni di Miranda) troppo lontana dai mostri che la affiancano (Fantastichini/Rubini/Carpentieri) e che, insieme al torpore isolano di una location forse non sfruttata appieno, sottrae quella (minima) quota di drammatico brio che Cabiddu avrebbe potuto tranquillamente incassare in aggiunta a quanto già comunque totalizzato.
Film certamente interessante, da sfruttare al meglio in questa invernale palude, niente affatto tempestosa, di film natalizi in giro per le sale.
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