Regia di Ericson Core vedi scheda film
Abbandonata l'epica da Big Wednesday ed un sogno generazionale da rivalsa edonistica del film della Bigelow, l'anarchismo un po' hipster di questo blockbuster adrenalinico ed iperrealista si risolve nel risibile ideale di un ecologismo d'accatto e nel solito action movie girato come il videoclip di un famoso energy drink.
Atleta di sport estremi passato all'FBI dopo la tragica morte di un collega, Johnny Utah deve infiltrarsi in una organizzazione eco-terroristica che utilizza le abilità acrobatiche dei suoi membri per portare a termine azioni eclatanti. La condivisione degli ideali del gruppo e l'intesa sentimentale con la bella Samsara, lo condurranno lungo il pericoloso crinale di un doppio-gioco sempre più difficile da sostenere.
Abbandonata l'epica da Big Wednesday ed un sogno generazionale da rivalsa edonistica del film della Bigelow, l'anarchismo un po' hipster di questo blockbuster adrenalinico ed iperrealista si risolve nel risibile ideale di un ecologismo d'accatto e nel solito action movie girato come il videoclip di un famoso energy drink e idealmente costrutito nell'alternanza tra le imprese a rotta di collo di un gruppo di fanatici degli sport estremi e lo sballo da dopo-lavoro in feste fighe dal finanziamento equivoco. Rimane l'esile trama di una detection del doppio-gioco quale labile scenario thrilling per un polpettone alla Fast and Furious (stesso direttore della fotografia) dove alle corse in auto si sostituisce il più variegato campionario di acrobazie nei quattro elelmenti ed in cui la carica omoerotica di un consesso testosteronico di uomini tatuati viene appena scalfito dalla generosa disponibilità di una Musa discinta che si può facilmente scambiare per la gemella australe di Kristen Stewart. Quattro continenti, cinque scavezzacollo, otto prove per un gioco ad eliminazione dove rimarrà il solito fesso ad aspettare l'onda lunga di una big wave of Kanagawa ricostruita in CGI che non fa beccheggiare una piccola barchetta e che in compenso sembra dissipare un patrimonio di 100 milioni di dollari spesi per le altre sette splendide location originali (anche l'Italia della Val d'Aosta, di Cortina e...della Benemerita presenti all'appello) e lo shooting con le go-pro di stuntman da youtube pronti a rischiare in prima persona per le mirabolanti evoluzioni antigravitazionali giù da un cocuzzolo alpino (bellissima quella con le tute alari che, stando alle cronache, fa più morti delle stragi del Sabato sera) piuttosto che dalla cima della cascata più alta del mondo in un salto della fede che incrocia l'immaginario videoludico della Lara Croft di Crystal Dinamics con quello del Desmond Miles di casa Ubisoft. Insomma tutto bello, tranne che mancano le fasi di raccordo tra una esibizione e l'altra, il che conferirebbe alla labile trama la parvenza di una continuità narrativa degna di questo nome, e personaggi ridotti a meri stereotipi, compresi il bruno barbudos Edgar Ramírez che fa tanto Oscar Isaac ed il biondo slavato Luke Bracey che fa perfino rimpiangere la bellezza autenticamente meticcia di un giovanissimo ed inespressivo Keanu Reeves. Point break evitato al box office, ma hanno seriamente rischiato grosso.
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