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Il tè nel deserto

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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La recensione su Il tè nel deserto

di bradipo68
4 stelle

Viaggio nel deserto sorseggiando champagne appena stappato.Africa ,immediato dopoguerra:uno strano triangolo apre il film ,di Bertolucci:Port compositore che non ha più nulla da comporre,Kit scrittrice col classico blocco che le impedisce di scrivere anche una sola parola di un libro e George avventuriero in cerca solo di forti emozioni sono appena arrivati per intraprendere un viaggio nell'entroterra desertico.Port è sposato con Kit ma è quasi un dettaglio insignificante,non si parlano,non comunicano,non c'è tensione solo quasi una vecchia abitudine a stare insieme dopo 10 anni di matrimonio che a entrambi sembrano molti di più e si tradiscono vicendevolmente,lei con George quasi casualmente dopo un abbondante bevuta,lui con una prostituta araba da cui dovrà scappare a gambe levate e non senza riportare qualche segno.Il loro viaggio prosegue sempre più verso l'interno e anche se George vola per altri lidi la situazione tra due coniugi impegnati in una relazione che sembra al capolinea non cambia nonostante si cerchi di comunicare e ci si riavvicini(anche sessualmente).Quando la febbre tifoidea si porta via Port a Kit apparirà chiaro quello che lui era per lei .Elabora il lutto in maniera veramente strana ,vivendo da berbera e con una storia di sesso col capo tribù fino a che viene recuperata per chiudere un cerchio,ma non sarà così semplice.In due ore e un quarto di film succede pochissimo:Bertolucci più che cedere al fascino della storia cede al fascino dei paesaggi fotografati in maniera fin troppo patinata da Storaro(che sui titoli di testa viene definito autore della fotografia,non semplicemente direttore come fanno tutti...e questo la dice già lunga sull'importanza del direttore delle luci in questo film).I personaggi che descrive sono vuoti dentro,non hanno nulla da dire e questo viene sottolineato dal fatto che pur essendo artisti nei loro campi(musica e scrittura)sembra che non abbiano più nulla da dare alla loro arte in termini di ispirazione e di creatività.Il problema è che non si dicono nulla neanche tra loro e preferiscono tradirsi quasi alla luce del sole,sono comunque consapevoli di essere allo stesso tempo traditi e traditori.In questo il soggetto sembrerebbe più adatto a un regista come Antonioni ma Bertolucci cerca di imprimere una svolta melò alla storia che a mio parere non aggiunge nulla,non emoziona e non strazia.La lunga agonia di Port è anche l'agonia dello spettacolo appiattito dal (molto presunto) dolore di un amore raggiunto ormai troppo tardi.E anche il volersi spogliare degli abiti coloniali per diventare come i berberi sembra solo un girare inutilmente un coltello nella piaga aperta dalla morte di Port.Poi a me sembra che Bertolucci quasi disprezzi i suoi personaggi comunque afflitti da un vuoto pneumatico interiore perchè oltre che nullafacenti si dimostrano anche viaggiatori(non turisti perchè non hanno radici e non hanno la minima intenzione di ritornare da dove sono partiti)sciocchi più che sprovveduti visto l'equipaggiamento a base di champagne che si portano.E'un film irrimediabilmente vittima del suo narcisismo,vittima delle sue immagini patinate da cartolina,vittima del suo specchiarsi continuo in paesaggi quasi fiabeschi,un film inopinatamente piatto nonostante un cast di tutto rispetto,sicuramente visto il pedigree registico di Bertolucci una prova per me assai deludente...

Su Jill Bennett

sgradevole quanto basta

Su Campbell Scott

gaudente avventuriero ,non male

Su John Malkovich

è abbastanza misurato tranne che nel momento della malattia in cui da fondo al suo arsenale di smorfie e vocii

Su Debra Winger

la parte migliore della sua prova è quella in cui fa la berbera in cui recita solo con i suoi grandissimi meravigliosi occhi....

Su Bernardo Bertolucci

vittima di Storaro e del mal d'Africa

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