Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Parte con un primo tempo tranquillo, ma arrabbiato. Si vede, si respira, si avverte che c'è rabbia repressa. Poi prosegue con un secondo tempo sempre più arrabbiato, ma anche folle e allucinato. Il crescendo dell'alienazione di De Niro non puoi che vederlo e viverlo. Infine, il film si chiude con una magistrale ed antologica scena splatter, che non ha nulla da invidiare ai molti film che ne fanno uso, anche inutilmente. Qui, l'estremo gore scelto da Scorsese, non è fine a se stesso, ma serve per schokkare quegli spettatori non ancora disturbati da un De Niro in stato di grazia (allucinata)! Così, dopo quelle secche revolverate e a tutti quei fiotti di sangue, ecco che nasce il capolavoro. Ecco che la follia, covata nella routine di un paese che "appare" ma non "é", sfocia in un delirante atto di violenza. Sfocia nel capolavoro che Scorsese e De Niro hanno creato per ricordarci, ieri come oggi, che più ci sentiamo "stranieri" più è facile esplodere, ma non tutte le esplosioni sono cattive, e da reprimere. Magari non saranno edificanti e politicamente corrette, ma chi ha detto che una cosa per farci del bene deve essere corretta?
Alla fine Bob De Niro è un eroe. E' di nuovo solo, piegato, malinconico e forse ancora arrabbiato. Ma almeno, per il suo paese, è un eroe! Sigh!!
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