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Taxi Driver

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Taxi Driver

di mm40
10 stelle

Travis Bickle come l'impossibilità di agire contro il potere: il ribelle inghiottito dal sistema e che, una volta entrato nel meccanismo, da antagonista ne diviene vessillo. Qualsiasi azione, anche la più feroce ed apertamente in contrasto con i valori e le usanze del potere, non potrà scalfirlo, tutt'al più ne diventerà parte integrante: Bickle è uno squilibrato o un uomo della provvidenza? Un giustiziere o un eroe? Il punto di vista dello spettatore (squilibrato giustiziere) non coincide con quello del racconto (provvidenziale eroe): in questo sta la forza principale, eversiva a suo modo, di Taxi driver; accostiamola all'interpretazione da antologia del cinema da parte di De Niro e sarà facile capire perchè questo film ha avuto ed ha tanto risalto e tanta importanza. Indimenticabile anche il poker che si avvicenda attorno al protagonista: Shepherd (innocenza pura); Foster (l'innocenza violentata); Boyle (la violenza innocente); Keitel (violenza pura). Dovendo - o meglio volendo - scegliere da che parte schierarsi, Bickle combatte fra le influenze dei personaggi del collega (B.) e della giovane prostituta (F.), ripudiando ad un tratto la ragazza che ama (S.), su cui avrà la rivincita nella scena finale, ed accanendosi contro lo squallore rappresentato dal magnaccia (K.): nessuna via di mezzo, il tassista vendicatore degli oppressi sceglie di diventare totalmente cattivo per sentirsi totalmente buono. E infatti come tale, ma in un senso diametralmente opposto, verrà decorato dalla ripudiata società: ora Travis è pronto per essere un cittadino modello. Tanta psicologia, azione centellinata saggiamente (con finale esplosivo), un discorso azzeccato sul senso della 'giustizia' in un'opera che è un vero trattato di sociologia urbana, una cartolina illustrata dall'inferno metropolitano della NY di quegli anni. Sceneggiatura: Paul Schrader, su un soggetto di Scorsese.

Sulla trama

Travis Bickle, reduce del Vietnam, è divorato dall'insonnia; si mette così a fare il tassista notturno. Assiste allo squallore della New York notturna finchè, un giorno, esplode tutta la sua rabbia.

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