Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Un marchese spiantato – impegnato a fingersi ricco e a non far sapere a nessuno le sue reali condizioni economiche – sovvenziona un grosso pranzo per i poveri con una somma di denaro non sua; quando il legittimo proprietario lo viene a sapere, naturalmente pretende indietro i soldi.
Questa è la prima delle due pellicole dell’era del sonoro – la seconda è L’ultimo scugnizzo (Gennaro Righelli, 1938) – a testimoniare la presenza scenica di Raffaele Viviani, attore e commediografo napoletano. Entrambi i lavori lo vedono protagonista e provengono da sue opere teatrali; questo La tavola dei poveri è un testo piuttosto lineare, una commedia degli equivoci con intreccio non troppo fitto e morale indubbiamente semplice, ma ben architettata e disposta in scena con sicurezza da un Alessandro Blasetti poco più che esordiente dietro la macchina da presa. La sceneggiatura è firmata dallo stesso Viviani insieme a Mario Soldati e riesce a prendere sufficientemente le distanze dalla dimensione del palcoscenico; nel cast compaiono poi Leda Gloria, Mario Ferrari, Camillo Pilotto, Marcello Spada, Salvatore Costa, Armida Cozzolino e Vincenzo Flocco. Il ritmo è sempre piuttosto alto e, per quanto la carica comica si sia inevitabilmente dispersa nel corso dei decenni, ancora oggi la visione di questa pellicola risulta fresca e gradevole. 4,5/10.
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