Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
una commediola garbata che fila via senza intoppi anche grazie alla breve durata. il marchese isidoro fusaro si fa anfitrione della costruzione di un ospizio per i poveri o per chi ha lavorato tanto e ha diritto di riposare dopo tanta fatica. il marchese ormai decaduto e sanza una lira ottiene la fiducia di biase un accattone che in anni di povertà e di offerte è riuscito a raccogliere ben 7500 lire, e glieli lascia chiedendogli di investirli in qualche affare sicuro. solo che lasciati i soldi sul tavolo e invasa la villa dai sostenitori del progetto, quei soldi vengono intesi come la donazione del marchese, fin'ora la più sostanziosa. da qui partono gli equivoci, che portano biase al commissarriato, avvistato mentre sgattaiola fuori di casa del marchese. reincontrato il poveraccio nel pranzo per festeggiare la raccolta finanziaria che porterà alla costruzione dello stabile, organizzato nel parco della villa dell'avvocato nonchè industriale volterra, neanche tanto segretamente innamorato della figlia giorgina, le cose infine si sistemeranno anche grazie a costui, che ridà a biase i suoi soldi pagandoli con metà dell'acquisto di due preziosi quadri appartenenti alla famiglia del marchese, ormai costretto a svendere. il film è semplice, così come la trama e la verve del tutto è dovuta propria al protagonista raffaele viviani, star del teatro d'inizio secolo, qui in trasferta cinematografica direttamente da un suo testo e perfettamente a suo agio. nel ruolo della figlia una giovanissima e quasi irriconiscibile leda gloria, futura moglie del peppone-gino cervi. una graziosa serata immerso in un'atmosfera italica così lontana e così inimmaginabile.
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