Regia di Adrian Lyne vedi scheda film
Decisamente riuscito questo film di Lyne, il cui solo bel film oltre a questo è “Allucinazione perversa”. La trama è molto coinvolgente, i personaggi sono molto efficaci e realistici, e viene ben comunicato il senso di esasperazione e di minaccia del protagonista. Il personaggio della bionda pericolosissima è una tipologia umana che, mutatis mutandis e in varie gradazioni, non è poi così raro trovare nella realtà. Il suo bisogno d'amore e di attenzione è quello che abbiamo tutti, ma non di tutti è la caparbietà, l'assoluta prepotenza, l'indifferenza verso la distruzione della vita di chi “amano”, e la smania divorante di possederla. Appunto, non sarebbe corretto parlare neppure di amore, ma di desiderio di possesso. Finché lui asseconda le voglie di lei è tutta dolce e suadente, quando però le dice basta diventa una belva feroce capace di tutto. Diventa addirittura una sadica. Mentre è seduta con la bambina sulle montagne russe, la sua espressione di gelido compiacimento per la sofferenza che sta causando ai suoi genitori ne è la prova. L'invidia e l'odio ne prendono il possesso definitivo quando lei, spiando dalla finestra, vede lui tutto contento con la famigliola.
Interessante è anche il percorso morale del protagonista, che tradisce la moglie con la massima indifferenza e sente se mai un minimo rimorso di coscienza appena percettibile (quando lei gli telefona, vedere l'espressione sul suo viso). Solo la persecuzione della pazza, come una vera purga morale, saprà portarlo all'umiltà e al sincero pentimento. Secondo me non è un film affatto buonista, solo perché lui torna all'ovile dopo al disastrosa esperienza adulterina. Per non essere buonista doveva per forza finire col divorzio? Si vede il bene, il male, la tentazione, le conseguenze tragiche della passione peccaminosa, e infine il pentimento. Efficace anche l'ambientazione, specie del palazzo e del circondario della donna della rovina, scelti secondo me volutamente per alludere al suo potere distruttivo e al pericolo che nasconde: il portone ossidato e scuro con quegli strani pulsanti per campanelli, le scale cadenti e lugubri, la vicina presenza del mattatoio, come a indicare il potere tremendo che può avere la carne, e la morte stessa. Bravi gli attori e bravo Lyne. Peccato che spesso ti sei perso in pasticci erotici e film patinati. Del resto il tuo “Allucinazione perversa” è uno dei miei film preferiti.
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