Regia di Adrian Lyne vedi scheda film
Discreto thriller in cui Lyne sa costruire molto bene crescendi di tensione e colpi di scena abbastanza validi.
La critica del maschilismo in cui l'uomo credendo di poter trattare una donna come un giocattolo che usa e che dopo butta via ne risulterà una vera e propria persecuzione da parte della donna nello smentire dei luoghi comuni del sesso debole.
Purtroppo se per l'epoca, ben 21 anni fa, venne considerato un ottimo thriller oggi risente degli anni passati e la confezione, se pur pregiata, risulta abbastanza dicreta e le scene sono abbastanza prevedibili anche se la tensione rimane calibrata sulla sufficienza.
Una prima parte tranquilla, nella norma con relativa presentazione dei personaggi mentre la seconda inizia a presentarsi la suspence, la pecca è la sapiente costruzione della tensione fino però ad arrivare ad una inconcludente conclusione (la scena del parcheggio) facendoci solo vedere le conseguenze delle efferatezze che compie la donna.
Buone comunque le scene dell'autotaglio delle vene della donna, la morte del coniglio ed il finale (un pò inverosimile) ma consolatorio come richiedono i canoni di Hollywood; queste sono le uniche scene di tensione e solo la prima, e lievemente l'ultima, non sono prevedibili.
Carina anche la scena dell'intrusione e attacco dell'uomo nella casa della donna.
Presenza anche di scene piuttosto spinte, ma senza esagerazione.
Regia senza spicchi di alto livello, trama discreta (assenza però di buchi), musica irrilevante.
Buona la prova di Douglas e sopratutto quella della Close, meno brava la Archer.
Pregiata la confezione, quasi sufficiente il risultato, molto aldi sotto delle aspettative.
E'da ricordare però che alcune trovate, la persecuzione e l'uccisione dell'animale domestico, vennero prese come spunti 5 anni dopo per la realizzazione di uno dei più bei thriller degli anni '90: Cape Fear di Scorsese.
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