Regia di Adrian Lyne vedi scheda film
Un film che all'epoca fece discutere molto più di quanto avrebbero richiesto i suoi meriti intrinseci. In realtà si tratta del solito vecchio blockbuster americano, fatto solo per attirare qualche coniugato con sensi di colpa. Non aveva l'intento né di spaventare i mariti che sognano l'avventura extraconiugale né tantomeno si tratta di una difesa del matrimonio. "Attrazione fatale", visto a distanza di quasi vent'anni, è un film nel filone di "Nove settimane e mezzo" (precedente di solo un anno e diretto dallo stesso regista), "Basic Instinct" (Paul Verhoeven, 1992), "Proposta indecente" (Lyne, 1993), "Showgirls" (Verhoeven, 1995) e "Striptease" (Andrew Bergman, 1996), ovvero un prodotto con un paio di nomi di richiamo e con l'esclusivo scopo di fare soldi.
Qui ci sono due protagonisti dei quali uno (Douglas) è un mediocre attore e l'altra, Glenn Close, è brava ma, nonostante la suadente voce della doppiatrice, somiglia fin dall'inizio alla Medusa del Caravaggio.
Il risultato del film, nonostante due o tre finali susseguenti e/o alternativi tra loro, è mediocre e alla fine lo spettatore rimane con un pugno di mosche. La confezione è lussuosa, ma dentro al pacco c'è poco o niente: un regalo che si può riciclare per amici poco intimi.
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