Regia di Andrew Niccol vedi scheda film
Tommy Ethan (Ethan Hawke) è un ex pilota di F16 dirottato al comando di droni militari. Da Las Vegas basta spingere un pulsante ed in Afghanistan qualcuno, presunto terrorista, muore. Daje e daje il senso di colpa per una guerra da vigliacchi cresce mettendo a rischio l'intera psiche del soldato.
Film soporifero concepito come una profonda crisi di coscienza vissuta attraverso la mente alterata del protagonista, "vero" americano divorato dal senso di colpa per non poter più affrontare il nemico faccia a faccia.
Hawke bollito come una mela cotta si trascina tediosamente lungo 104 minuti di improponibile cinema asfittico, dove lo sguardo morale diviene pedante denuncia ed condanna autoassolutoria, un incubo bagnato dal sole del Nevada, fra container militari e villini alla Truman Show, dove dietro la perfezione di un praticello tagliato ad hoc si nasconde un equilibrio precario.
Dialoghi terribili, imbevuti di una retorica così elementare da far impallidire Michael Bay, inverosimili le dinamiche familiari fra Ergan e la moglie , anche quelle affettive fra colleghi, tutti macchiette.
Sotto pelle si intuisce la riflessione del regista sul nuovo metodo di concepire un conflitto e sul valore a ribasso della vita umana, solo un pixel su schermo.
La guerra è soprattutto una questione morale, se si ha il tempo di riflettere nel proprio letto tutto cambia siamo d'accordo, ma la denuncia di Niccol sbaglia registro.
Brutta copia del " Momento di uccidere", opera similare ma di tutt' altro spessore, quella si da vedere. Da salvare solo la colonna sonora.
Irriconoscibile Niccol.
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