Trama
La storia di un pilota di caccia da combattimento, divenuto pilota di droni, che quotidianamente combatte contro i talebani per dodici ore prima di ritornare a casa dalla moglie e dai figli. Con il passar del tempo, l'uomo comincia a porsi diverse domande etiche sulla sua occupazione: sta forse creando più terroristi di quelli che sta uccidendo? E sta combattendo una guerra che non avrà mai fine?
Approfondimento
GOOD KILL: IN GUERRA CON I DRONI
Scritto e diretto da Andrew Niccol, Good Kill racconta la stora di un ex pilota del maggiore Tommy Ergan, un ex pilota di F16 divenuto pilota di droni che tutti i giorni combatte i talebani attraverso un sistema di controllo remoto prima di tornare a casa dalla moglie Molly e dai figli nel quartiere periferico destinato alle abitazioni militari. La normalità delle sue giornate, però, viene messa in discussione da alcune fondamentali domande: sta con il suo lavoro creando più terroristi di quelli che sta uccidendo? Sta forse combattendo una guerra senza fine? Tali questioni finiranno per avere ripercussioni nella sua psicologia e implicazioni epiche nella sua quotidianità.
Presentato (non senza critiche) in concorso al Festival di Venezia 2014, Good Kill viene così descritto da Niccol, regista celebre per le visioni futuriste messe in scena con titoli come In Time, S1mØne o Gattaca. La porta dell'universo: «Good Kill è la storia di Tommy Ergan, un maggiore che è stato alla guida degli F16 durante le missioni in Iraq e Afghanistan. Egli sta ancora volando ma dall'altra parte del mondo, negli Stati Uniti, e lo sta facendo da una cabina di pilotaggio molto differente da quella a cui era abituato. Diventato un pilota di droni, combatte in guerra tramite un sistema di controllo remoto in una stanza a 7 mila miglia dal conflitto all'interno di una base militare vicino Las Vegas.
Good Kill è un film sulla schizofrenia generata dal nuovo modo di combattere le guerre. Dopo aver combattuto contro i Talebani per dodici ore al giorno, Tommy torna alla casa di periferia in cui vivono la moglie Molly e i figli per le restanti dodici. Ambientato durante il più massiccio ricorso ai combattimenti con droni, Good Kill indaga sui conflitti morali e sui dilemmi che derivano dall'uso delle nuove tecnologie. Si tratta tuttavia di una storia molto personale. Tommy sta diventando una vittima di una guerra che combatte a chilometri di distanza, in un contesto effettivamente privo di pericoli. Egli è un pilota che soffre di psicosi traumatica, che si rammarica della morte di coloro che volano realmente e che allo stesso tempo si sente colpevole di essere lontano dai campi reali di guerra. Mentre si allontana lentamente dalla sua reale esistenza, si sente più vicino agli obiettivi che spia e alle loro famiglie piuttosto che alla propria.
E, cosa molto più importante, Tommy inizia a chiedersi il perché della missione, rimettendo in discussione ciò in cui aveva sempre creduto».
Con la direzione della fotografia di Amir Mokri, le scenografie di Guy Barnes e i costumi di Rhonda Paynter, Good Kill conta sulle interpretazioni di Ethan Hawke (è Tommy), di Felicity Jones (è Molly, la moglie di Tommy) e di Zoë Kravitz, Jake Abel e Bruce Greenwood (sono l'aviatrice Vera Suarez, lo specialista Zimmer e il colonnello Johns, colleghi di lavoro di Tommy).
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Commenti (7) vedi tutti
Molto, molto, ma molto piatto e livellato verso il basso. Niccol non colpisce mai, mette in scena un'idea e la ripete fino alla fine. Senza mai osare né emozionare. 5
commento di fra_pagaUccidere terroristi e civili pilotando un drone, comodamente seduti davanti ad uno schermo. Voto 7
leggi la recensione completa di filmistaInteressante dramma umano, dall'accento antimilitarista
leggi la recensione completa di Furetto60Non il miglior film di Niccol che con questo film è sceso un pochino, anche la sceneggiatura è meno riuscita in confronto a tutti gli altri suoi film. Ciò nonostante un film che ho apprezzato. Lo spunto e la critica sociale sempre apprezzabile. Consigliato.
commento di LucaJazz94Ucciderli costa meno che catturarli...
leggi la recensione completa di champagne1A mio giudizio, è un film sottovalutato. Qui lo show di Truman finisce per essere un circolo senza fine, in cui la sintassi virtuale della guerra al terrorismo viene presentata come la deriva stessa di una civiltà, la nostra, al suo proprio tramonto alienato.Voto 8.
commento di logosLa lotta al terrorismo ai tempi della X-Box nel film di guerra (da camera) del neozelandese Niccol è il succedaneo di una virtualizzazione del conflitto che sembra spersonalizzare i suoi belligeranti protagonisti e disinnescare il potenziale di orrore e di morte che ogni guerra porta inevitabilmente con sè.
leggi la recensione completa di maurizio73