Regia di Michele Placido vedi scheda film
Giusto pochissimi giorni fa, recensendo qui un bellissimo poliziesco francese, argomentavo su come in Italia ormai i produttori allentino i cordorni delle loro borse solo per commedie che permettano di mostrare sui manifesti i soliti comici piacioni. Vabbè, non ho certo cambiato idea, ma se le soluzioni alternative (quelle poche) si limitano ad opere indecenti come questa, beh, allora meglio i comici. La mia visione di questa sciagurata pellicola ha avuto una sua genesi. Vidi il trailer e ne fui inorridito dal momento che per Bova non ho mai avuto granchè di considerazione ma soprattutto per la signora Angiolini -maritata Renga- ho sempre provato un sentimento a cavallo tra pena e disgusto ritenendola pressochè negata per la professione d'attrice. Bene, un film di meno, non male visto che ne escono troppi. Peraltro ancor più motivato in questa decisione da una stroncatura totale letta su "Cineblog-recensioni in anteprima". Poi càpita una cosa. Su un quotidiano che compro ogni giorno (e di cui solitamente mi fido) leggo un articolo dal titolo che -col senno di poi- già racchiudeva qualcosa di marchettaro ("Ambra, scegliendo si diventa attrici"), in cui si vagheggiava di MIRABILE PERFORMANCE e di INTIMA ADESIONE AL PERSONAGGIO. Okay, mi son detto, e se nutrissi solo dei pregiudizi? E così vado. La dura realtà: un film insopportabile, carico di quello che per alcuni è un "viaggio nella consapevolezza e nel dolore" ma per il sottoscritto è solo un flusso continuo di paturnie che dopo 5 minuti dal fattaccio centrale della vicenda già non ne puoi più. Non ne puoi più di silenzi, di frasi bisbigliate, di una coppia tra le più improbabili della scena italiana, di parole proferite senza apparente senso, di immobilità sfiancante, di personaggi secondari che non si capisce cosa c'entrino, e soprattutto (almeno io personalmente) non riuscivo più a reggere le estenuanti prove di uno spettacolo musical-teatrale di un gruppo di bambini che stanno allestendo una rappresentazione dominata da insopportabili filastrocche assurde quanto surreali. E il film è tutto un alternarsi tra i suddetti bambini che cantano (o recitano boh) frasi del tipo TICHITI' TICHITA' e i tremendi sguardi nel vuoto della non-attrice Ambra, in soccorso della quale arriva quasi sempre il marito devastato anche lui (come noi pubblico) da quella "ragazza interrotta". Chiariamo una cosa, prima che qualche femmina intervenga ad insegnarmi che DEVO RISPETTO al dramma della protagonista. La vicenda (tratta addirittura da uno scritto drammatico di Pirandello) ci racconta di Laura, che mentre cammina felice verso casa viene aggredita e stuprata. Sicchè un destino bizzarro e crudele decide che -proprio lei che assieme al marito stanno cercando di avere un figlio senza riuscirci- rimane incinta di quell'ignoto pezzo di merda. Sgomento in famiglia. Lei che si chiude in un mutismo quasi autistico. Lui che compie un percorso complesso e alla fine arriva a "ragionarne" con la moglie (dopo una comprensibile rabbia) se quel bambino in arrivo è da tenerlo o no. Okay, chiaro tutto, soprattutto il dramma estremo di questa donna, ma se permettete io non devo nessun RISPETTO a chi affida la messa in scena (ancorchè dolorosa quanto volete) a due attori che vien voglia di prenderli a calci. Bova fa pena in un ruolo dove non fa che annaspare (professionalmente, intendo) ma il problema è la Angiolini, i cui numerosissimi primi piani ne svelano un volto completamente inespressivo. O quanto meno quando cerca di assumere una qualunque espressione, il suo atteggiamento appare del tutto forzato. La signora in questione del resto, per me è sempre stata la negazione di ogni attitudine alla recitazione, nonostante ci sia in giro chi la dipinge come "artista sensibile". Talmente sensibile che spesso non sa dove guardare, non sa dove mettere le mani, insomma è NEGATA. Per non parlare di quella sventurata pattuglia di gay che l'ha eletta come loro icona (poveretti!).
Può anche darsi che il film abbia successo, tutto può essere, ma io vorrei chiudere con una considerazione del tutto personale. Il film di Castellitto (Nessuno si salva da solo) che qui diversi miei amici di fb hanno letteralmente demolito, a confronto con quest'opera appare da Oscar, se non altro per due interpretazioni delle coppie protagoniste tra le quali corre un abisso. E se qualcuno mi viene a dire che la sciagurata Angiolini recita meglio di Jasmine Trinca, beh, allora parliamo proprio due lingue diverse.
Film TERRIBILE.
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