Regia di Michele Placido vedi scheda film
Film che tratta temi molto delicati, come lo stupro e le gravidanze nate da una violenza, da cui mi aspettavo un'introspezione psicologica accurata della vittima e tanto pathos, ma invece è il nulla.
Non ci sono approfondimenti di nessun genere (né sugli argomenti trattati né sull'emotività dei personaggi), non ci sono scene e dialoghi che tocchino nel profondo del cuore e la narrazione è particolarmente acerba e fredda.
Appare tutto irrealistico per com'è stato ideato male. A partire dalla trama che segue un percorso forzato a senso unico e a tratti dispersivo, il ritmo monotono, i personaggi piatti fino alla messa in scena cupa e pesante, per nulla incisiva, ma soprattutto incapace di emozionare o impressionare sia in positivo che in negativo. Altro che ispirazioni pirandelliane, ma per favore...
La coppia Raoul Bova-Ambra Angiolini è del tutto improbabile e non convince dall'inizio sino alla fine. Non legano bene insieme, non trasmettono niente a prescindere dal copione già di per se stesso poco brillante.
Apprezzabile che non vengano mostrate scene di violenza gratuite e disturbanti come accade in altre pellicole del genere, però, è irritante la mente calcolatrice della protagonista Laura, che pianifica di tenersi l'eventuale frutto dello stupro subìto lasciando credere all'uomo "che ama" che sia figlio suo. Una scelta a mio avviso disgustosa per la sua disonestà.
Ciò che è peggio è che gli spettatori non hanno neppure modo di capire cosa passi per la testa e nel cuore della protagonista per spingerla a prendere una simile decisione, poiché tutto resta illustrato ai margini. Non si riesce a immedisimarsi in lei e comprenderne le ragioni. Viene tutto affrontato con superficialità e trascuratezza, senza l'obiettivo di emozionare, di porre davanti a delle riflessioni importanti o provare empatia per Laura. Personalmente, posso dire di averla provata solo per il suo compagno Giorgio, che viene estromesso dalla sua decisione come se non lo riguardasse affatto o non fosse suo diritto opporsi. Doveva invece accettare in silenzio di essere privato del diritto morale di scegliere se fare da padre a un figlio non suo.
E poi, per favore, quante donne nella vita reale sarebbero felici come lei di portare in grembo e partorire il seme del loro violentatore? Eppure per Laura sembra quasi un sogno che si avvera giusto perché fino ad allora non era riuscita a rimanere incinta...
Non mi è quindi piaciuto per nulla il messaggio del film e ciò che lascia intendere. Sarebbe stato forse più tollerabile con almeno un goccio della mancante introspezione emotiva e psicologica dell'algida protagonista, ma giacché viene illustrato e narrato tutto in maniera meccanica, questa rimane un'opera fine a stessa, inconsistente e senz'anima. Un drammone lento, pretenzioso e sconsclusionato che a mio giudizio non merita attenzione.
Dispiace dirlo, ma questa volta Placido ha fatto cilecca. Resta solo una forte delusione di un film che avrebbe potuto essere ma non è stato.
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