Regia di Alessandro Siani vedi scheda film
Fulvio Canfora (Alessandro Siani), ruspante quarantenne in carriera emigrato da un desolato paesino del meridione d’Italia alla più dinamica Milano, lavora presso un’azienda multinazionale, svolgendo con disinvoltura ed efficienza l’ingrato ruolo di tagliatore di teste. Finché il suo capo non gli comunica che anche lui è stato licenziato, e la sua vita apparentemente perfetta va a rotoli. Decide così a malincuore di tornare a casa, in quel di Rocca di Sotto, borgo sperduto nell’imprecisata costiera campana, dove ritrova il fratello Germano (Fabio De Luigi), candido parroco alle prese con un gruppetto di orfani scalmanati e con una chiesa che cade a pezzi, e la sorella Adele (Serena Autieri), in crisi coniugale con lo sbiadito marito, oltre ad una vecchia comunità di artigiani e contadini molto superstiziosi, che diventano bersaglio e complici di un suo astuto espediente per fare business.
Due anni dopo il clamoroso successo de “Il principe abusivo” il simpatico comico napoletano torna a dirigere se stesso in terra natale, confezionando una commedia leggerissima impregnata di un umorismo povero e spesso paradossale e condita da zuccherosi toni da favoletta, accentuati dalla presenza di personaggi e scenari pittoreschi. Ma la morale del “quanto è meglio la vita semplice rispetto alla modernità della città” è alquanto trita e risaputa, e il film scorre via stancamente tra una gag e l’altra senza colpo ferire, nonostante un cast che fa la sua parte e qualche buona trovata che non basta a risollevare l'opera dalla mediocrità e dalla prevedibilità.
Bocciato.
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