Regia di Giorgio Pasotti, Matteo Bini vedi scheda film
Esordio originale alla regia di Giorgio Pasotti che mostra l'affetto di un figlio "televisivo" per un padre "artista" (Roberto Herlitzka). Meritevole di attenzione. 4° film sul tema "genitori e figli", visibile su RaiPlay.
IO, ARLECCHINO (2014)
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Son già passati sei anni da quando Giorgio Pasotti, attore dalla faccia simpatica e di una certa notorietà, si lanciò nella sua unica regia (insieme a Matteo Bini) con questo film che, a quanto leggo, non ha avuto molto successo in italia e però più lusinghieri apprezzamenti all'estero, credo soprattutto in Francia. Spero che avrà un qualche seguito perchè non è proprio del tutto trascurabile.
Il film contrappone, garbatamente ma con chiarezza, la "purezza" della commedia dell'arte (l'Arlecchino del padre, Roberto Herlitzka) alla remunerativa insulsaggine - dal punto di vista artistico - dell'attività televisiva del figlio.
In effetti è un film che mostra in modo evidente peculiarità ("difetti" si posson pure chiamare) tipiche di un'opera prima che bene sono messe in evidenza nella recensione di alan smithee (l'unica negativa a fronte di 3 positive ed una sufficiente). Difficile non sottoscriverle (tant'è che non mi sentirò di aggiungere più di una stella alle 2 da lui assegnate). E comunque prevale in me la condivisione delle sue stesse parole conclusive: "ottimi spunti, buone e lodevoli intenzioni, interessanti ed amene locations, per un film ancora acerbo, ma che magari può essere l'inizio di una svolta per l'attore volonteroso e pure positivamente ambizioso e non senza coraggio".
Che cosa posso aggiungere che non sia stato già detto?
• In tv "per forza". Un aspetto che mi sembra di poter sottolineare, giacchè a mio parere emerge chiaramente nelle espressioni del giovane conduttore poco serene se non perplesse già nelle prime immagini, prima che facciamo conoscenza col genitore, può contribuire a spiegare ciò che abbia indotto Pasotti a questo passo. Mi riferisco alla insoddisfazione che probabilmente provano attori che, convinti di possedere un bagaglio culturale adeguato per dimostrare le proprie capacità recitative al cinema o anche sul palcoscenico, ripieghino, sentendosene "costretti" da esigenze di tipo economico, a performances televisive non proprio esaltanti. Qualcuno c'è, un nome che mi viene in mente è Flavio Insinna.
• La "bellezza" dei vecchi. Un uomo che non sia mai stato considerato bello da giovane sovente raggiunge questo stato di grazia nell'ultima parte della sua vita. Ne sono convinto da tantissimo tempo, la prima persona che me lo fece pensare fu uno zio acquisito, quasi mezzo secolo fa. Ebbene, sforziamoci di dimenticare per un attimo che Roberto Herlitzka è un grande attore e guardiamo solo la sua faccia: oggi è più "bella" che mai.
• Herlitzka attivo "fino all'ultimo giorno". No, non fraitendete, non sto dicendo che ci abbia lasciato all'improvviso. All'epoca di questo film aveva 77 anni, oggi ne ha più di 82. In questo lasso di tempo ha partecipato a 5 film (l'ultimo l'anno scorso, "Lontano lontano" di Gianni Di Gregorio). E a teatro? "fino all'ultimo giorno", appunto: era in scena con "Enrico IV" di Luigi Pirandello al teatro Basilica di Roma il 5 marzo 2020, ultima sera prima della chiusura per contrastare il coronavirus.
Degli altri attori ricordo prima di tutto la sempre convincente Lunetta Savino. Non ne nomino altri - tutti bravi, anche l'unico che ha una parte antipatica - ma vi segnalo i bei volti delle due attrici giovani che non avevo viste prima.
Valeria Bilello
Lavinia Longhi
cherubino,
26.3.2020
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"GENITORI E FIGLI" - Gli altri quattro film visibili su Rai Play:
• In nome di mio figlio (2015, Germania, drammatico, Damier Lukacevic) (rece22.3.20cherubino)
• La guerra è dichiarata (2011, Francia, drammatico, Valérie Donzelli) (rece22.3.20cherubino)
• La madre (2014, Italia, drammatico, Angelo Maresca) (rece24.3.20cherubino)
• Io sono con te (l'ultimo che ho visto, ma non recensito, il migliore dei cinque: per me **** almeno)
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