Regia di Edoardo Leo vedi scheda film
C'è solo un modo per combattere la mafia: prenderla per il culo, ridicolizzarla. Operazioni come Mafia! (1998) o Cose nostre (2013) quasi la simpatizzano la mafia, mentre altre operazioni tipo Romanzo criminale (2005) o Gomorra (2008) rischiano che il pubblico meno acculturato possa apprezzare certi stili di vita, certe filosofie claniche e di conseguenza emulare invece che combattere. Noi e la Giulia invece fa l’opposto, si schiera apertamente e rocambolescamente contro il pizzo e le “famiglie”, tratteggiandole come comunità di sfigati e incompetenti – tranne per il personaggio di Buccirosso che ha tutt’altra parabola. Siamo nel campo dell’inverosimile, chiaro, ma è il miglior antidoto all’arroganza delle cosche camorristiche, malavitose in generale: sputtanarli. Così come viene sputtanato con classe, dopo esser stato fotografato e stereotipato, il personaggio coatto, sottoculturato, tutti valori italianisti urlati, interpretato dallo stesso regista che coglie l’occasione per fare il piacione che tanto gli garba.
Noi e la Giulia è un film semplice che conferma la bravura di Edoardo Leo nella commedia italiana di taglio sociale, senza però perdere di vista il gioco dei caratteri e la leggerezza tutta italiana dello sberleffo. Amendola che insegue con falce e martello uno sfigato mafioso vestito da imbecille è impagabile.
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