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Noi e la Giulia

Regia di Edoardo Leo vedi scheda film

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nickoftime

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La recensione su Noi e la Giulia

di nickoftime
6 stelle

A volte basta veramente poco per accontentare tutti. Prova ne sia il successo di pubblico e di critica registrato da Noi e la Giulia, ultimo lavoro diretto e interpretato da Edoardo Leo, autore romano che fin qui si era distinto più come interprete di lungometraggi altrui che di quelli realizzati per proprio conto. E invece può succedere che, partendo da un soggetto che racconta la scommessa esistenziale di tre quarantenni in cerca di riscatto - attraverso l'apertura di un'azienda agrituristica - il film in questione riesca a intercettare i sentimenti che attraversano il paese. Perché se è scontato – trattandosi di una commedia -  che i protagonisti facciano il pieno di quei difetti che appartengono alla natura del maschio italico, e che risultino di conseguenza pavidi inetti e un po’ cialtroni – specialmente Fausto, conduttore televisivo caduto in disgrazia e indebitato fino al collo -  e altrettanto vero che la storia pensata da Leo, si trasforma – con gli sviluppi che lo spettatore avrà modo di vedere – nell’affermazione di quell'arte d'arrangiarsi, che costituisce il segreto di un ottimismo e di una fiducia come sempre duri a morire. Una virtù che "Noi e la Giulia" fa entrare in gioco in maniera tragicomica, allorchè i protagonisti, ancora alle prese con le complicazioni delle rispettive disfunzioni caratteriali, saranno chiamati a vedersela co gli sgherri della mafia, giunti sul posto per far valere gli interessi del boss della zona.  

Pur seguendo la tendenza in uso nella commedia nostrana che, approfittando dei benefit delle film commission, ha fatto del meridione la sua terra d'elezione, con tutto quello che ne consegue in termini di conformismo e omologazione, a fare la differenza in questo caso sono il garbo e l’attenzione con cui Leo tratteggia i personaggi, il coraggio di costruire una linea narrativa che non sia solo un pretesto per esibire la battuta fulminate  e una cinefilia che permette alla storia di ricreare atmosfere e situazioni prelevate da alcuni dei migliori esempi del genere in questione, e che vanno da un capolavoro sempre verde come I soliti ignoti, ripreso nel modo in cui il film mette insieme il sodalizio maschile e nell’improbabile maniera in cui lo stesso reagisce di fronte al da farsi, fino ad arrivare a certo cinema di Salvatores, richiamato nel modi picareschi e malinconici con cui si manifesta il desiderio di fugadei protagonisti. Senza dimenticare la trovata di far corrispondere la precarietà esistenziale dei personaggi e, di conseguenza, la loro naturale propensione al viaggio, con la presenza della mitica Giulia, feticcio destinato a incarnare una volta di più la grande stagione della commedia all'italiana, a cui il film di Leo certamente rende omaggio

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